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«Un "no" che aiuta a crescere»

Presentata l'iniziativa interpartitica che vuole vietare agli allievi di portare gli smartphone a scuola.«Dati allarmanti, le regole attuali non hanno sortito l'effetto auspicato»
Ti-Press
«Un "no" che aiuta a crescere»
Presentata l'iniziativa interpartitica che vuole vietare agli allievi di portare gli smartphone a scuola.«Dati allarmanti, le regole attuali non hanno sortito l'effetto auspicato»

LUGANO - Per prima cosa i dati. In Svizzera, il 96% degli adolescenti tra i 12 e i 13 anni possiede uno smartphone. Circa il 17% dei giovani manifesta segnali compatibili con un uso problematico. Questo si traduce in difficoltà di concentrazione, isolamento sociale, disturbi del sonno, ansia e perfino rischi di obesità legati alla sedentarietà.

L'iniziativa - Alla luce di questi numeri, su proposta del Centro, un comitato interpartitico e trasversale (Centro, PS, PLR, Lega, UDC e Avanti) ha lanciato l’iniziativa popolare legislativa “Smartphone: a scuola no!”. L’obiettivo: andare oltre il semplice divieto d’utilizzo. Il cellulare non dev’essere proprio portato a scuola.

«Hanno aderito anche numerosi rappresentanti della società civile - ha precisato il consigliere nazionale Giorgio Fonio - professionisti della società che ogni giorno sono a stretto contatto con i ragazzi come insegnanti, educatori, medici, genitori». E, come ha ricordato il presidente cantonale del Centro e primo firmatario Fiorenzo Dadò, «la responsabilità di una società si misura dalla capacità di proteggere i più piccoli».

La mozione del 2018 - A seguito di una mozione del 2018 - presentata dagli allora deputati al Gran Consiglio Henrik Bang, Giorgio Fonio e Maristella Polli - che chiedeva la limitazione degli smartphone nelle scuole dell’obbligo, a partire dall’anno scolastico 2020/2021, il Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport ha emanato delle direttive che stabiliscono che, nel perimetro dell’istituto scolastico, i dispositivi tecnologici di comunicazione personali devono essere spenti e non visibili fisicamente.

Per i promotori, queste direttive non hanno sortito l’effetto auspicato e «hanno portato all’applicazione di regole frammentarie».

Il testo e la raccolta delle firme - Le firme si potranno raccogliere da domani, giorno di pubblicazione sul Foglio ufficiale. Ne servono 7’000 in 100 giorni. Nello specifico, l’iniziativa propone di ancorare alla legge cantonale sulla scuola la regolamentazione dell’utilizzo degli smartphone all’interno delle scuole dell’infanzia, elementari e medie. Il nuovo articolo di legge si compone di due capoversi. In sostanza, si vieta di portare a scuola e «durante le attività formative previste dalla legislazione scolastica, smartphone e altri dispositivi connessi o connettibili». In caso di trasgressioni, si prevedono sanzioni decise dal Consiglio di Stato mediante regolamento.

I limiti dei regolamenti attuali - A questo proposito, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, la consigliera di Stato Marina Carobbio ha sottolineato l’intenzione di estendere il divieto di utilizzo dei dispositivi elettronici anche nelle scuole comunali. La proposta, però, va oltre. «Non si tratta di un’iniziativa contro la scuola - ha precisato Fonio - però, qui andiamo ad agire sulla legge, non sui regolamenti. Non è un aspetto secondario».

«Un primo passo concreto verso un uso sano della tecnologia» - L’uso diffuso dello smartphone tra gli allievi «ostacola concentrazione, relazioni e benessere. Studi internazionali confermano effetti negativi sull’apprendimento, sulla socializzazione e segnalano un aumento dei rischi di dipendenza digitale e cyberbullismo». Il pediatra e portavoce dell’APSI Claudio Codecà ha sottolineato come «limitare lo smartphone a scuola rappresenti un primo passo concreto, che chiama a una responsabilità genitoriale più ampia, quella di guidare i figli verso un uso sano e consapevole della tecnologia».

«Serve una norma chiara» - «Le linee guida o buone pratiche non bastano - ha osservato Giuseppe Cotti, granconsigliere del Centro - serve una norma chiara, capace di garantire uniformità e conseguenze per chi non la rispetta. Così agisce una società sana. Dobbiamo guardarci negli occhi e dire che da qualche parte abbiamo fallito». Simona Genini, granconsigliera PLR, ha ricordato che «senza attenzione non c’è possibilità di apprendere, senza apprendimento non c’è istruzione e senza istruzione non c’è libertà, né cittadinanza».

«Studenti più concentrati» - La granconsigliera di Avanti con Ticino & Lavoro Amalia Mirante ha fatto notare come le scuole che limitano l’uso degli smartphone «registrano studenti più concentrati, migliori valutazioni e meno episodi di bullismo». Il consigliere nazionale UDC Paolo Pamini ha sottolineato il carattere trasversale dei promotori. «La tecnologia deve restare un sostegno alla vita reale e non trasformarsi in un sostituto che impoverisce l’esperienza umana».

«I nostri ragazzi tornino a giocare liberamente» - Dello stesso avviso è Maristella Polli, ex deputata PLR in Gran Consiglio, quando afferma che «i nostri ragazzi devono tornare a giocare liberamente con i compagni, non in modo solitario davanti a uno schermo». Giovanna Pedroni, presidente dei giovani del Centro, ha indicato che «un oggetto da 200/300 grammi non dovrebbe pesare così tanto sul futuro dei nostri giovani. Oggi disturba sonno, attenzione e relazioni; domani produrrà una società più fragile». Presenti al lancio dell’iniziativa Pierfranco Longo, presidente della Conferenza cantonale dei genitori, Alessandro Polo, polizia cantonale, Lara Filippini, deputata UDC e Andrea Rigamonti, deputato PLR. È stata sottolineata l’importanza di «una pausa digitale» e l’occasione «straordinaria» per dotarsi di «una regola chiara come comunità».

Il comitato promotore

o Fiorenzo Dadò, il Centro, Presidente Cantonale e Deputato in GC
o Giorgio Fonio, Il Centro, Vice Presidente Cantonale e Consigliere nazionale
o Giuseppe Cotti, Il Centro, Deputato in GC
o Maurizio Agustoni, Il Centro, Capo gruppo in GC
o Henrik Bang, Partito socialista, membro del Municipio di Bellinzona
o Stelio Belloni, ex direttore di scuola media
o Claudio Codeca. pediatra
o Gianluca D’Ettorre, docente
o Lara Filippini, UDC, Deputata in GC
o Christian Garzoni, medico
o Simona Genini, PLR, Deputata in GC
o Franco Lazzarotto, ex direttore di scuola media
o Pierfranco Longo, Presidente della Conferenza Cantonale dei genitori
o Amalia Mirante, Avanti con Ticino & Lavoro, Deputata in GC
o Paolo Pamini, UDC, Consigliere nazionale
o Giovanna Pedroni, Il Centro, Presidente dei Giovani
o Maristella Polli, PLR, ex Deputata in GC
o Alessandro Polo, polizia cantonale
o Andrea Rigamonti, PLR, Deputato in GC
o Stefano Tonini, Lega dei Ticinesi, Deputato in GC

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