«Colpa di Berna oppure del DT?»

La gestione del lupo continua a inquietare la popolazione e la politica. E sul tema arriva una nuova interpellanza a firma Alain Bühler (sostenuta da altri 24 deputati).
BELLINZONA - Il lupo continua a far parlare di sé. Sia sul terreno, abbiamo riferito ieri delle ultime predazioni compiute sull'Alpe Duragno, sia in ambito politico. La gestione del grande predatore, infatti, resta al centro del dibattito ed è il fulcro dell'ennesima interpellanza sul tema presentata da Alain Bühler (UDC) e sottoscritta da altri 24 deputati (nomi nel box).
«Colpa di Berna? O del DT?» - Nel suo testo, Bühler fa riferimento al vero e proprio annus horribilis per quel che concerne le predazioni e gli animali da reddito uccisi in Ticino. «Con 72 capi uccisi nei primi sei mesi dell’anno e un potenziale totale superiore ai 120, riteniamo urgente fare chiarezza sulle responsabilità cantonali e sulla possibilità di adottare pratiche più efficaci già applicate in altri Cantoni», sottolinea il deputato democentrista, invitando il Consiglio di Stato a rispondere in maniera «celere e concreta» al piano d'azione richiesto dal Gran Consiglio.
Confronto impietoso con gli altri Cantoni - Bühler, poi, fa un confronto sulla gestione del lupo in Svizzera, paragonando la situazione del Ticino con quella dei Cantoni alpini limitrofi. «Nel periodo tra settembre 2024 e gennaio 2025, in Vallese sono stati abbattuti 34 lupi, nei Grigioni 48, mentre in Ticino soltanto 3. Si tratta di cifre che mostrano - precisa il deputato - un’evidente differenza nella capacità di applicare le nuove disposizioni previste dalla regolamentazione preventiva dei branchi».
I nomi dei 24 cofirmatari - Gianluca Padlina, Aaron Piezzi, Roberto Ostinelli, Giovanni Albertini, Maria Pia Ambrosetti, Raide Bassi, Arnaldo Caccia, Giovanni Capoferri, Paolo Caroni, Alessandro Cedraschi, Alessandro Corti, Sara Demir, Lea Ferrari, Sabrina Gendotti, Alessio Ghisla, Alex Gianella, Andrea Giudici, Claudio Isabella, Sergio Morisoli, Aline Prada, Patrick Rusconi, Roberta Soldati, Diana Tenconi e Tiziano Zanetti.
Zali (ancora) nel mirino - Ancora una volta sul banco degli imputati ci finisce il ministro Claudio Zali. «A sorprendere - continua Bühler - è il contrasto tra queste cifre e le dichiarazioni del direttore del DT che attribuisce l’intera responsabilità delle difficoltà ticinesi alla legislazione federale e al contesto normativo imposto da Berna. Zali ha affermato che non vi sarebbero “inadempienze da parte sua” e che le possibilità di intervento sono limitate dalle condizioni giuridiche esistenti». Ma tali affermazioni, secondo Bühler e cofirmatari, non collimano con quanto dichiarato da esponenti politici dei Cantoni che hanno invece ottenuto risultati concreti. «È dunque legittimo - conclude Bühler - interrogarsi su quale sia il vero ostacolo alla gestione del lupo in Ticino: il quadro normativo federale – che è identico per tutti i Cantoni – o piuttosto la linea politica imposta dal Direttore del DT che privilegia la protezione del lupo rispetto a tutelare gli interessi dei contadini?».
Di seguito le otto domande rivolte al Consiglio di Stato:
1. Il Consiglio di Stato condivide le dichiarazioni del Consigliere di Stato Claudio Zali secondo cui la gestione del lupo in Ticino sarebbe fortemente limitata dalle disposizioni federali?
2. Come spiega il Consiglio di Stato le profonde divergenze nei risultati ottenuti tra il Ticino (3 abbattimenti) e i Cantoni di Vallese (34) e Grigioni (48), che operano nel medesimo quadro normativo?
3. Ritiene il Consiglio di Stato che l’attuale legislazione, riformata anche grazie all’intervento del consigliere federale Albert Rösti, offra sufficienti margini d’azione ai Cantoni, come affermato dai rappresentanti vallesani e grigionesi, oppure che la colpa è della Confederazione come sostenuto dal Direttore del DT?
4. Il Consiglio di Stato è in grado di elencare nel dettaglio le prassi e le strategie seguite dai Cantoni Grigioni e Vallese nella gestione preventiva e reattiva dei lupi? Le ritiene attuabili anche in Ticino? In caso contrario, è in grado di motivare puntualmente perché non le reputa applicabili nel nostro Cantone?
5. Da parte del Direttore del DT e degli uffici cantonali ci sono stati dei contatti e degli scambi di esperienze tra i Cantoni toccati dal problema, affinché il Ticino possa approfittare delle buone prassi utilizzate da Grigioni e Vallese? Se si, in che modo e con che risultati?
6. Il Direttore del DT ha incontrato negli ultimi due anni di persona il Consigliere federale Albert Rösti per discutere della tematica del lupo? Se si, quante volte e con che esito?
7. Per quale motivo il Consiglio di Stato non ha ancora fornito risposta all’interpellanza n. 2529 del 26 marzo 2025, in seguito trasformata in interrogazione, nonostante il termine di 60 giorni previsto dall’art. 98 cpv. 3 LGC sia ampiamente superato? Intende fornire ora risposta congiunta nell’ambito del presente atto parlamentare?
8. Considerata la frustrazione crescente tra i contadini e il senso di abbandono percepito nelle regioni periferiche, quali misure concrete e urgenti intende intraprendere il Consiglio di Stato per tutelare le attività agricole e pastorali?















