«Antisemitismo in crescita, il silenzio della politica è inquietante»

L'Associazione Svizzera-Israele, sezione Ticino è preoccupata e applaude la scelta di Avanti Ticino&Lavoro di espellere Beltrametti. Ma ci sono anche altri episodi
LUGANO - L'Associazione Svizzera-Israele, sezione Ticino, condivide la decisione di Avanti Ticino&Lavoro di Amalia Mirante di estromettere dal movimento il consigliere comunale locarnese Filippo Beltrametti dopo un post contro Israele. Non è però un episodio isolato e l'associazione mette in guardia sull'antisemitismo che ritiene crescente, chiedendo un intervento delle autorità.
Beltrametti aveva scritto di «capire» perché Hitler volesse sterminare gli ebrei, parole che «disumanizzano un intero popolo sulla base della religione e dell'origine etnica, incitando all'odio e alla violenza» e che sono «incompatibili con qualsiasi ruolo pubblico in una democrazia.
La decisione del suo movimento è stata «un segnale importante che dimostra come certe posizioni non possano essere tollerate nella vita politica». Per l'Associazione però in generale chi ricopre cariche istituzionali e politiche dovrebbe essere maggiormente responsabile, mettendo la lotta all'antisemitismo come priorità.
«Il silenzio di molti partiti e rappresentanti politici di fronte a post di tale gravità e al crescente antisemitismo nel cantone è inquietante e fa rabbrividire», si legge nella nota, dove si chiede di non lasciare «simili derive» senza risposta.
La cronaca non parla solo di Beltrametti. A Lugano di recente è stata insultata Angelica Edna Calò Livnè, candidata al Premio Nobel per la pace e da decenni impegnata in progetti di dialogo tra israeliani e palestinesi.