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LOCARNO

Al via il Festival «che resiste, interroga, che crea legami»

Si sono tenuti i discorsi di Elisabeth Baume-Schneider e Maja Hoffmann. Omaggio a Emma Thompson
Luca_Chiandoni
Fonte ATS
Al via il Festival «che resiste, interroga, che crea legami»
Si sono tenuti i discorsi di Elisabeth Baume-Schneider e Maja Hoffmann. Omaggio a Emma Thompson

LOCARNO -  La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha dato questa sera la partenza ufficiale alla 78esima edizione del Locarno Film Festival. In un discorso impegnato pronunciato al Chiostro della Magistrale, ha salutato un cinema coraggioso di fronte alle crisi mondiali.

A qualche ora dalla proiezione del film d'apertura sulla Piazza Grande, la ministra della cultura ha elogiato «un appuntamento che resiste, interroga, che crea legami».

In un discorso improntato alla speranza, ha esortato a «non distogliere lo sguardo» dagli sconvolgimenti attuali, sottolineando il ruolo insostituibile della cultura nelle società attraversate dalle crisi: «In periodi di instabilità internazionale, il cinema può offrire una visione, difendere valori, aprire dialoghi».

Baume-Schneider ha inoltre reso omaggio all'impegno artistico del festival, rammentando la sua tradizione d'indipendenza e d'audacia, dalla Guerra Fredda fino alle sfide contemporanee: «Locarno ha sempre saputo reinventarsi, guardando il mondo con lucidità».

La ministra della cultura Elisabeth Baume-Schneider nel suo discorso questa sera ha reso omaggio a una manifestazione che «non ha mai avuto paura della polemica né dell'impegno». Citando la storia del festival, dalla proiezione di "Salò o le 120 giornate di Sodoma" di Pier Paolo Pasolini a quella di "Berliner Bettwurst" di Rosa von Praunheim, un film pionieristico sulle questioni LGBTQI, ha ricordato che Locarno è sempre stata «vicina alle realtà del mondo, e talvolta in anticipo su di esse».

«Il mondo sta cambiando, anzi, è in crisi", ha affermato. E in questo contesto, la cultura - e il cinema in particolare - rimane uno spazio di lucidità, trasmissione e dibattito. «Riunendo le persone in un approccio collettivo, i festival creano quei rari momenti in cui si costruisce una memoria comune».

La consigliera federale ha inoltre insistito sulla vocazione politica del cinema, capace di «decifrare le fratture, ricordare le battute d'arresto, portare speranza». Una linea guida che si riflette nella programmazione di questa 78esima edizione, caratterizzata da scelte artistiche forti.

La consigliera federale ha sottolineato la vitalità del cinema elvetico, ben rappresentato quest'anno con 28 film in programma, di cui vari in concorso. Ha inoltre salutato l'impegno della manifestazione in favore dei giovani talenti attraverso la sezione Pardi di domani.

Infine, ha espresso gratitudine agli organizzatori e, in particolare, alla presidente del festival Maja Hoffmann: «Avete ragione: il cinema può cambiare il mondo, proprio perché fa emergere la contraddizione e la resistenza».

Dal canto suo Hoffmann ha evocato la particolarità di Locarno in qualità di «festival unico nel suo genere dedicato alle voci indipendenti». Nonché il suo «ruolo cruciale».

Verso le 22:00, la Piazza Grande si è riempita di silenzio ed emozioni con "Le Pays d'Arto", diretto da Tamara Stepanyan. Questo sottile dramma segue il viaggio di una donna francese in Armenia, sulle tracce del marito scomparso. Attraverso questa ricerca intima, il film esplora una memoria collettiva ancora tormentata da conflitti e ferite geopolitiche non ancora rimarginate.

Questa apertura fa eco agli altri momenti salienti annunciati, tra cui la serie "The Deal" del regista losannese Jean-Stéphane Bron sull'accordo nucleare iraniano, firmato a Ginevra nel 2015, e il documentario "With Hasan in Gaza" del cineasta palestinese Kamal Aljafari. «Locarno è un festival consapevole del proprio tempo,, ha ricordato il direttore artistico Giona A. Nazzaro, che ha aperto la prima serata in Piazza Grande con un appello a condannare la guerra in corso a Gaza.

La consigliera federale ha sottolineato la vitalità del cinema elvetico, ben rappresentato quest'anno con 28 film in programma, di cui vari in concorso. Ha inoltre salutato l'impegno della manifestazione in favore dei giovani talenti, attraverso la sezione Pardi di domani, dedicata ai cortometraggi, che quest'anno conta nove pellicole svizzere. "La Svizzera ha bisogno di un cinema forte, che ci tocchi e ci commuova», ha dichiarato.

Il Festival rende omaggio quest'anno all'attrice e sceneggiatrice britannica Emma Thompson con il Leopard Club Award. Figura imprescindibile del cinema europeo, è apprezzata non solo per il suo talento, ma anche per il suo impegno nel migliorare la posizione delle donne davanti e dietro la cinepresa. «La sua presenza sarà sicuramente fonte di ispirazione per la nuova generazione di registi riuniti a Locarno», ha sottolineato Baume-Schneider.

In conclusione del suo discorso, la consigliera federale ha ringraziato le squadre del festival per il loro impegno «nell'ombra e sotto i riflettori», rendendo un particolare omaggio alla presidente Maja Hoffmann. «Il cinema ha il potere di generare contraddizioni, resistenza e quindi di farci crescere,.

Dal canto suo Hoffmann ha evocato la particolarità di Locarno in qualità di "festival unico nel suo genere dedicato alle voci indipendenti». Nonché il suo "ruolo cruciale». Per Hoffmann, «il cinema è uno dei rari linguaggi praticamente universali», ha detto davanti agli invitati.

I discorsi ufficiali sono stati interrotti per una decina di minuti a causa di una persona svenuta tra il pubblico. L'ambulanza è intervenuta tempestivamente, ha detto un portavoce.

La 78esima edizione del Locarno Film Festival prosegue fino al 16 agosto, con una selezione densa e internazionale, attenta a racconti singolari come alle grandi questioni collettive.

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