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MEZZOVICO-VIRA

«Il lupo è furbo: ora caccia anche di giorno»

La testimonianza di un contadino che porta le sue 300 capre all’Alpe Duragno: «La situazione è diventata ingestibile».
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«Il lupo è furbo: ora caccia anche di giorno»
La testimonianza di un contadino che porta le sue 300 capre all’Alpe Duragno: «La situazione è diventata ingestibile».

MEZZOVICO-VIRA - Quattro predazioni nelle ultime tre settimane. L’ultima martedì, 22 luglio. L’Alpe Duragno, di proprietà del Patriziato di Mezzovico-Vira, non ha pace. «La situazione è diventata ingestibile», ci spiega un contadino che da otto anni porta le sue 300 capre all’alpeggio sul Monte Tamaro. 

Un annus horribilis - E quest'anno ha tutte le premesse per trasformarsi in un vero annus horribilis. «Secondo quanto ci è stato detto dal guardiacaccia si tratta di un branco di tre animali (la mamma, il papà e un cucciolo). Ma adesso sembra ci siano anche altri due lupi solitari».

Insomma, mentre la politica si scanna sul dossier lupo, gli alpeggi ticinesi rimangono prigionieri tra l'incudine dell’immobilità del Governo e il martello del grande predatore. 

Gli animali sono nervosi - Nelle prime tre predazioni Marco (nome di fantasia, il contadino ha preferito restare anonimo) ha perso 10 animali. Il bilancio dell’ultimo attacco è ancora incerto. Al momento mancano all’appello 15 capre e due becchi. «Non sono sicuro che siano morti. Quando i gruppetti si disperdono, come già successo in passato, scappano in una zona boschiva a Pian Cusello sopra Sigirino, per ripararsi. Attualmente non le abbiamo ancora trovate, ma sospettiamo si siano nascoste lì».

Le capre infatti sentono che il lupo si aggira nell’alpeggio e sono nervose. «Mi viene rimproverato di non tenere assieme il gregge durante il giorno, ma è diventato impossibile», continua il contadino. 

Capre e pecore - La ragione è di natura biologica. «La capra è più intelligente della pecora. Quando arriva il lupo le capre formano tanti piccoli gruppi e scappano in direzioni opposte. Le pecore invece restano tutte vicine. Per il lupo diventa più difficile predare più animali. La gestione è difficilissima. La sera dobbiamo percorrere tutto l’alpe per raggruppare tutti i piccoli gruppi di capre».

Già perché il problema non riguarda le ore notturne, quando gli animali si trovano al sicuro nei recinti. Il lupo sembra essersi adattato alle misure di protezione adottate dai contadini. «Ho installato delle reti di protezione in ferro alte due metri a cui attorno ho aggiunto una seconda rete di protezione elettrificata». 

Gli attacchi avvengono di giorno - E lì in effetti l'animale non è riuscito a metterci piede. «Si è fatto furbo però: ora attacca durante il giorno. Le prime tre predazioni sono avvenute dalle 18.30 alle 20.30. Sono orari di mungitura; ci siamo accorti che le capre alla mattina c’erano e la sera erano sparite. Il tutto si complica per il fatto che non si possano usare cani di protezione perché il Tamaro è una zona molto turistica».

Insomma il grande predatore è nei paraggi e non ha nessuna intenzione di lasciare la zona. «La scorsa notte alle 2.30 il pastore ha sentito agitazione nel recinto, dove le capre vengono rinchiuse tutte le sere. Quando è uscito dalla cascina si è trovato il lupo a una trentina di metri. L'animale è andato via solo con la torcia puntata e dopo vari rumori e grida».

«È una bestia intelligentissima, ma il Ticino non è il suo posto. A livello politico bisogna prendere una decisione oppure trovare un compromesso.  Ci vuole una gestione del lupo più mirata. Servono per la biodiversità? Certo non lo metto in dubbio. Però la domanda è: quanti possono vivere in Ticino?».

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