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«Volevo i miei soldi, quindi ho inserito i miei dati…»

Tramite social, la Polizia cantonale mette in guardia dalle truffe: «Le storie che iniziano così non finiscono mai bene».
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«Volevo i miei soldi, quindi ho inserito i miei dati…»
Tramite social, la Polizia cantonale mette in guardia dalle truffe: «Le storie che iniziano così non finiscono mai bene».

BELLINZONA - «Non lasciatevi ingannare». È il messaggio della Polizia cantonale che, attraverso un post pubblicato su Facebook, mette in guardia i cittadini comunicando il rischio delle truffe digitali. Un fenomeno, come scritto più volte, sempre più diffuso e che si camuffa in diverse forme.

I consigli - «Quando un presunto acquirente - scrivono le forze dell’ordine - vi reindirizza da una piattaforma di vendita a un altro canale (per esempio WhatsApp, Sms o mail) e vi chiede di inserire i dati della vostra carta o le vostre informazioni di accesso all’e-banking per ricevere un bonifico, interrompete subito la transazione».

«Non sono mai necessari i vostri dati di pagamento sensibili - E ancora: «Per un pagamento in entrata non sono mai necessari i vostri dati di pagamento sensibili. I truffatori imitano note piattaforme e creano siti contraffatti per ingannare chi vende».

Il portale informativo - Infine, la Polizia cantonale rimanda al sito internet www.ebas.ch, una piattaforma indipendente della Scuola Universitaria Professionale di Lucerna – Informatica che «aiuta ad attuare le misure di sicurezza dell’informazione personali con particolare riferimento all’e-banking».

I dati - Uno svizzero su sette ha subito una truffa cibernetica e «più della metà di queste persone riferisce di avere accusato uno stress emotivo importante. Oltre ai cyber-rischi che riguardano direttamente le singole persone, la popolazione svizzera prova apprensione anche per gli attacchi informatici ai danni di infrastrutture critiche nonché per il condizionamento dell’opinione pubblica». È quanto emerge dalla prima edizione del Rapporto sul monitoraggio delle cyber-apprensioni AXA.

Preoccupazione per le infrastrutture critiche - A destare particolare preoccupazione nella popolazione sono i cyber-attacchi a infrastrutture critiche (47%), le truffe informatiche (44%) e il condizionamento dell’opinione pubblica attraverso la disinformazione o profili falsi (44%). Per le persone interpellate, sono invece fonte di minori timori la dipendenza tecnologica da grandi gruppi esteri (17%) o le ripercussioni negative dell’utilizzo dei dispositivi digitali sulla vita sociale (18%) e sulla salute mentale (16%).

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