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BELLINZONA

Pugni in testa: gli altri filmano e nessuno fa niente

Il video violento girato nella serata di domenica in zona Gerretta diventa virale. Mentre due ragazzi si picchiano, tutti i presenti restano indifferenti. Cosa c'è dietro?
Fonte lettore tio.ch
Pugni in testa: gli altri filmano e nessuno fa niente
Il video violento girato nella serata di domenica in zona Gerretta diventa virale. Mentre due ragazzi si picchiano, tutti i presenti restano indifferenti. Cosa c'è dietro?

BELLINZONA - Cazzotti. Pugni in testa. Due ragazzi a terra. Intorno decine di coetanei. Nessuno fa nulla. C'è chi filma e sghignazza. Sono immagini forti quelle che arrivano dalla zona della Gerretta a Bellinzona. 

Non sarebbe un caso singolo – L'episodio, poi messo sui social, risalirebbe alla serata di domenica. Ma non si tratterebbe di un caso isolato. Stando a informazioni raccolte da tio.ch dalle parti della Gerretta sarebbero sempre più frequenti episodi violenti. A volte addirittura per ragioni legate a soldi o a sostanze stupefacenti.

«Preoccupante» – Mauro Minotti, capo del dicastero sicurezza di Bellinzona, è sorpreso di fronte al video: «Mi colpisce il fatto che nessuno faccia nulla. Tutti sono lì a guardare il pestaggio. Inizialmente mi sono domandato se non potesse trattarsi di un gioco stupido. Ma le botte si vedono. Sono reali. È preoccupante. Intensificheremo i controlli».  

Come piccoli gangster – Nella zona si parla di mini bande. Di ragazzini che si credono piccoli gangster. Di baby bang pronte a fare spedizioni per affrontarne altre. Questo contesto nascosto ha a che fare con quanto filmato domenica sera e poi messo in rete?

Cosa dice la Polizia Cantonale – Sulle voci raccolte tio.ch ha consultato il Servizio comunicazione, media e prevenzione della Polizia Cantonale. «Siamo consapevoli del fenomeno della violenza giovanile – sottolinea un portavoce –. Rappresenta una preoccupazione crescente. Pur non trovando attualmente riscontri di episodi sistemici oppure organizzati come quello delle baby gang, rileviamo con attenzione situazioni che coinvolgono giovani in comportamenti violenti o a rischio, sia in contesti pubblici sia privati».

Prevenzione e non solo repressione – Per affrontare il fenomeno, la Cantonale lavora su più livelli. «Da un lato con l’attività di prevenzione, in stretta collaborazione con scuole, servizi sociali e istituzioni giovanili, dall’altro con l’intervento mirato sul territorio, anche attraverso la presenza rafforzata in aree sensibili e durante eventi pubblici. Inoltre, promuoviamo progetti di sensibilizzazione volti a educare i giovani alla legalità, al rispetto reciproco e alla gestione dei conflitti. L’approccio è integrato, non solo repressivo».

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