Il “Rosa Nera” venduto all'asta per 335mila franchi


L’ex-postribolo di Chiasso, un tempo simbolo della nightlife a luci rosse, è stato acquistato da Banca Raiffeisen. Sul suo futuro, però, regna ancora l’incertezza.
L’ex-postribolo di Chiasso, un tempo simbolo della nightlife a luci rosse, è stato acquistato da Banca Raiffeisen. Sul suo futuro, però, regna ancora l’incertezza.
CHIASSO - Nella Sala del Consiglio comunale di Mendrisio è stato oggi apposta la parola fine alla storia dell’edificio che, fino al 2012, ha animato le notti a luci rosse di Chiasso e dintorni.
Si tratta dell’ex-postribolo, meglio conosciuto come Rosa Nera, situato in località Grotto Giovannina, in via Sottopenz 15, noto non solo come simbolo della vita notturna cittadina, ma anche per i risvolti giudiziari che lo hanno coinvolto tra il 2017 e il 2020: in quell’arco di tempo il Tribunale penale cantonale si era espresso sulle attività che si svolgevano all’interno del locale, riconoscendo casi di usura aggravata ai danni di giovani donne che condividevano una stanza a fronte di un canone di 120 franchi al giorno, mentre le accuse di favoreggiamento della prostituzione erano cadute.
Ad aggiudicarselo, dicevamo, è stata Banca Raiffeisen, per 335 mila franchi, al termine di un acceso testa a testa durato circa dieci minuti con l’Ufficio esazione e condoni del Cantone Ticino, con rilanci da 5mila franchi ciascuno, fino alla resa finale.
Futuro incerto - Che cosa accadrà ora all’immobile resta, a ogni modo, un’incognita: bocche cucite dai rappresentanti dell’istituto bancario. Quel che è certo è che il fondo rilevato – il numero 1468 – è composto da un’area non edificata di oltre un ettaro, suddivisa tra una parte complementare di 888 mq e un terreno non edificabile di 588 mq, oltre a 337 mq su cui sorge lo stabile. L’edificio, al piano terra, ospitava il noto bar-discoteca; al primo e al secondo piano, le sale dedicate agli incontri a luci rosse; mentre al terzo vi era un appartamento di 77 mq.
Da crotto a club privé - Realizzato nel 1950 e destinato inizialmente a uso crotto nel 1967, l’immobile ha subito nel tempo diversi ampliamenti e trasformazioni. Dal 1968 al 2013 ha vissuto il suo periodo più per cui era famoso, interrotto da un fallito tentativo di rilancio.
Allora la richiesta di trasformare il bar in Club Privé e di modificare la zona abitativa in luoghi d’incontro venne prima accolta dal Cantone, ma successivamente respinta dal Municipio (a nulla era poi valso il tentativo di ricorso al Consiglio di Stato). Nel 2018 fu avanzata un’ulteriore domanda di cambiamento d’uso – da appartamento ad affittacamere – che però non venne mai perfezionata, portando all’annullamento della pratica da parte dell’autorità cantonale.
Stabile in totale abbandono - Oggi la proprietà, stimata ufficialmente oltre 546 mila franchi (con una perizia che ne valutava il valore fino a 1,2 milioni), versa in «uno stato totale di abbandono». La valutazione dell’Ufficio esecuzioni di Bellinzona rileva «atti di vandalismo, depositi di materiale vario e un generale stato di incuria». Non solo: «Lo stabile non rispetta le prescrizioni antincendio, le ultime trasformazioni non sono conformi alle direttive in vigore e i posti auto risultano insufficienti: ne servirebbero 16, ne esistono soltanto cinque».
Viene precisato inoltre che l’edificio si trova sì in zona residenziale, ma «in prossimità del tracciato ferroviario a ridosso della linea merci», con «scarso soleggiamento» a causa dell’esposizione a nord. In compenso, la posizione offre una buona accessibilità: si trova infatti nelle vicinanze dell'autostradale, della stazione e del Parco della Collina del Penz.