Rapporto Polizia ticinese: numerose le riserve del sindacato VPOD

Auspicando che nella sua eventuale implementazione vengano «perlomeno apportati gli opportuni correttivi», ribadisce l’esigenza di procedere verso una Polizia unica che assicuri la necessaria prossimità al territorio.
LUGANO - Lo scorso 3 giugno è stato presentato il Rapporto Polizia ticinese, documento che illustra il progetto di miglioramento della collaborazione tra la Polizia cantonale e le Polizie comunali. Il comitato VPOD Polizia, dopo una prima analisi, ha espresso numerose riserve al riguardo, pur riconoscendo alcuni passi avanti nella direzione auspicata.
«Una Polizia unica come obiettivo» - Il VPOD ribadisce che l’orizzonte ideale rimane la creazione di una Polizia unica cantonale, ritenuta la soluzione più efficace per un servizio pubblico al passo con le esigenze della popolazione. In questo senso, l’accento posto dal Rapporto sul rafforzamento della sovrintendenza cantonale e sull’ottimizzazione delle competenze viene considerato un elemento positivo.
«Troppa frammentazione e disparità tra comuni» - Nonostante ciò, il sindacato critica la persistente frammentazione del sistema, con margini di autonomia comunale ritenuti eccessivi. La mancanza di standard uniformi a livello cantonale potrebbe, per il Comitato VPOD - generare disparità tra le diverse Polizie comunali, soprattutto nelle deleghe operative.
«Il rischio di una deriva manageriale» - Un altro punto critico riguarderebbe l’impostazione ispirata al New Public Management, basata su mandati di prestazione e flessibilità nei compiti delegabili. Secondo il VPOD, questa logica rischia di indebolire il controllo politico e lo spirito di servizio pubblico che dovrebbero caratterizzare l’attività della Polizia.
«Coordinamento regionale indebolito» - Il sindacato accoglie favorevolmente il consolidamento degli organi di coordinamento, ma giudica problematica l’eliminazione della distinzione tra “polizia polo” e “polizia strutturata”. Tale scelta, a suo avviso, rischia di complicare i rapporti con la CECAL e di ridurre l’efficacia del coordinamento regionale.
«Copertura 24 ore su 24 a rischio» - Particolare preoccupazione suscita la rinuncia all’obbligo di copertura sulle 24 ore per le Polizie comunali. In un contesto già segnato dalla carenza di pattuglie, questa misura potrebbe compromettere la capacità di intervento d’urgenza in tutte le fasce orarie. Per contro, viene accolto positivamente l’ampliamento delle competenze di prossimità attribuite alle Polizie comunali.
«Più prevenzione, meno sussidiarietà» - Il VPOD sottolinea l’importanza di rafforzare i compiti di prossimità e prevenzione, condividendo in linea di principio questa impostazione. Tuttavia, mette in guardia contro un’eccessiva sussidiarietà a favore degli enti locali, che secondo il sindacato permea in modo troppo marcato le scelte del Rapporto.
Nel complesso, pur segnalandone puntualmente gli aspetti positivi, il Sindacato VPOD polizia accoglie il Rapporto con numerose riserve. Auspicando che nella sua eventuale implementazione vengano «perlomeno apportati gli opportuni correttivi», ribadisce comunque l’esigenza di procedere verso una Polizia unica che assicuri anche la necessaria prossimità al territorio.