Esclusi dal mondo del lavoro: da qui si riparte



L'hotel Bigatt di Paradiso è entrato a fare parte dei 150 top hotel in Svizzera. È il trionfo di un'impresa sociale. In cui chi attraversa un momento difficile rinasce. Il video.
L'hotel Bigatt di Paradiso è entrato a fare parte dei 150 top hotel in Svizzera. È il trionfo di un'impresa sociale. In cui chi attraversa un momento difficile rinasce. Il video.
PARADISO - Ben 9’000 metri quadrati immersi nel verde. Gli orti biologici con prodotti a chilometro zero. La piscina. Il caos urbano luganese sembra lontano anni luce al Bigatt di Paradiso. Forse è anche per questo che l'albergo è finito tra le migliori 150 strutture alberghiere svizzere consigliate dalla "NZZ Bellevue e Karl Wild & Andrin Willi Hotelrating 2025-26". «Un risultato insperato – spiega il direttore Lorenzo Steiger –. Soprattutto considerando che la nostra è un'impresa sociale».
«Cerco di rimettermi in gioco» – Infatti il Bigatt, oltre a portare avanti la sua missione alberghiera e gastronomica per dodici mesi all'anno, dà spazio anche a persone che si trovano in un periodo delicato della loro vita e che cercano un rilancio professionale. È il caso di Manuel Amato, 33enne del Mendrisiotto. «Sono aiuto cuoco di formazione – sottolinea –. A un certo punto mi sono ritrovato senza impiego. Al Bigatt cerco di rimettermi in gioco».
Davide Giordano tio/20minLa vista mozzafiato sul lago Ceresio.
La priorità – «L'obiettivo – evidenzia Lina Piticchio, governante – è fare in modo che queste persone tornino nel mondo professionale, e che possano essere reinserite». Particolare la storia della 29enne Elisa Miozzari. «Nel 2022 mi trovavo in assistenza e ho fatto un percorso di reintegro professionale al Bigatt – ricorda –. E in seguito mi è stata data la possibilità di fare un apprendistato come impiegata di ristorazione, proprio qui alla locanda del Bigatt».
C'era una volta una masseria – Bigatt che un tempo era una masseria. A ricordarlo, ci sono gli affreschi, la chiesetta, il torchio. Da maggio del 2020 l'hotel fa parte delle sette strutture della cooperativa Area. «La sfida per noi è quella di fare stare bene il cliente – puntualizza Steiger –. Ma allo stesso tempo fare in modo che chi ha vissuto un momento di fragilità sia di nuovo pronto per un'esperienza professionale al di fuori di queste mura».

«Mi emoziona pensare alle persone» – Cucina, camere, ricevimento, sala e orti. Cinque "dipartimenti" in cui circa ogni sei mesi vengono inserite al massimo venti persone. C'è anche chi è fuggito da una guerra. «Mi emoziona pensare alle persone che incontro qui – dice la governante Lina –. Alla sera vado a casa con tanta ricchezza interiore». Poi aggiunge: «Io ho un ruolo di coach per chi si occupa delle camere. Ne abbiamo 23. E abbiamo anche un appartamento».

«Qui si può voltare pagina» – «Le fragilità fanno parte della vita – annota Steiger –. Questo è un luogo in cui si può voltare pagina. Per poi rimettersi sul mercato professionale. Contrariamente a quanto accade in altri posti di lavoro, noi abbiamo a disposizione due consulenti per l’integrazione socio-professionale che possono seguire i nostri lavoratori qualora ci fossero difficoltà nel percorso».

Standard alto – Al di là di questa sfumatura, il Bigatt è un posto di lavoro a tutti gli effetti. La forza di questa impresa sta proprio nell'abbinare persone che stanno attraversando un momento di stallo a professionisti del settore alberghiero e della ristorazione. «Lo standard deve rimanere alto. Abbiamo dei clienti e vanno soddisfatti», riprende il direttore. Fa strano notare che il Bigatt sia solo un "tre stelle", quando potrebbe averne almeno quattro. «Ma per noi – conclude Steiger con un sorriso – le stelle sono relative. Conta di più il lato umano».


