Il dilemma delle elettriche usate: «Bisognerà capire come faremo a rivenderle»

Dopo il boom post-Covid e la fine di molti leasing le e-auto stanno tornando dai rivenditori che si trovano sotto pressione in un mercato nuovo e ostico. Ma il riacquisto è davvero un rischio?
LUGANO - Si avvicina il termine del leasing e Giacomo*, dopo tanti ripensamenti, non è ancora riuscito a decidere se vorrà tenere la sua vettura elettrica - riscattando l'importo che manca - oppure se restituirla al rivenditore e orientarsi verso qualcosa di differente.
L'obsolescenza che “si mangia” il valore dell'auto - I motivi dei suoi dubbi - che sono simili a quelli di altri proprietari di e-auto nella sua stessa situazione - sono diversi: dall'infrastruttura/tecnologia di ricarica con tutte le sue scomodità e incognite, fino alla grande preoccupazione che la sua vettura possa diventare obsoleta già nell'arco dei prossimi due-tre anni, perdendo di colpo gran parte del proprio valore.
Sull'altro piatto della bilancia c'è un veicolo effettivamente performante e piacevole da guidare e i prezzi, tutto sommato elevati, sul mercato sia delle auto nuove sia di quelle usate: «Da qualche anno a oggi la sensazione è che tutto sia diventato nettamente più caro, viene naturale confrontare quanto mi resta da pagare (non così tanto) con quanto mi costerebbe l'investimento in un'auto nuova o d'occasione (decisamente di più)». Insomma, un bel dilemma.
«Dovremmo capire come rivenderle» - Ma Giacomo non è l'unico con qualche grattacapo: «Se il vostro lettore ha ancora la facoltà di scelta, noi, come garagisti, siamo invece obbligati a riprendercela», ci spiega Roberto Bonfanti, presidente dell'Unione Professionale Svizzera dell'Automobile (UPFSA) - Sezione Ticino, «la parte complessa sarà poi capire in che modo riuscire a rivendere la sua e-auto, e quelle di tutti quelli che le hanno comprate nel boom post-pandemia, anche perché il mercato, in questo senso, è tutto fuorché frizzante».
Qual è il motivo di tutta questa incertezza? «Al momento per quanto riguarda la tecnologia di questa tipologia di veicoli il potenziale d'innovazione è ancora molto elevato. Se quando compri una vettura con il motore a combustione sai che dopo 4 anni quelle sul mercato saranno più o meno simili la stessa certezza con una e-auto non c'è. Soprattutto per quanto riguarda le batterie, che diventano costantemente più capaci, leggere e facili da ricaricare. Insomma, sotto questo punto di vista, un'auto elettrica perde effettivamente valore più velocemente di una “normale” e la percezione è in generale quella di un investimento meno solido, se così si può dire».
*nome di finzione
Elettrica e di seconda mano, ecco cosa bisogna sapere
Sono tanti i dubbi, le preoccupazione e i pregiudizi legati all'acquisto di un'auto e-auto usata. Quali sono legitti e quali, invece, solo speculazione? Lo abbiamo chiesto a Silvio Giacomini di TicinoEnergia.
Per quanto riguarda la batteria, è davvero un elemento così preoccupante in ottica di riacquisto?
La preoccupazione non è tanto per la vita utile della batteria di trazione, che spesso è più lunga della vita stessa dell’auto, ma piuttosto per la paura di difetti tecnici dato che è l’elemento più sollecitato e più caro dell’intero veicolo e la sua sostituzione può essere onerosa, è quindi bene porsi la domanda dello stato di salute (State Of Health: SoH) della batteria quando si parla del mercato dell’occasione.
Come, e quanto, si degrada? si sa? c'è un periodo in cui il calo è più evidente?
Escludendo difetti di fabbrica e danni, Il degrado della batteria è influenzato fortemente da come è stata usata. Mantenere la carica della batteria tra l’80% e il 20% permette di aumentare il numerio di cicli di ricarica possibili allungando notevolmente la durata di vita della batteria.
Per fare un esempio pratico: una batteria può reggere circa 600 cicli dal 100% allo 0% che sono circa 200'000 km. Se la si usa tra il 90% e il 10%, i cicli salgono a più di 3'000, che si traducono in ca 900'000 km o più, un chilometraggio spesso molto più lungo della durata del veicolo stesso.
In ogni caso, va detto, la batteria è un componente che può trovare una seconda vita anche dopo la fine vita dell’auto ad esempio le celle ancora sane possono essere utilizzate per ricondizionare altre batterie di auto elettriche, o i pacchi batteria possono essere impiegati come batterie stazionarie per le case.
In caso di riacquisto di un'auto elettrica, a cosa bisognerebbe fare più attenzione?
Oltre ai vari aspetti base di valutazione dell’usato, in base all’età del veicolo sarebbe bene avere delle certezze sullo stato di salute della batteria. Se il veicolo è abbastanza recente e rientra ancora sotto la garanzia del costruttore, si va abbastanza sul sicuro.
Il vantaggio rispetto a veicoli tradizionali è che i costruttori danno garanzie sull’impianto di propulsione elettrico, compresa la batteria, di diversi anni, si può arrivare anche a 7 anni e 160'000 km.
Per veicoli fuori garanzia e un po’ vecchi, la prima cosa sarebbe richiedere un rapporto sullo stato di salute della batteria (SoH). Alcune officine specializzate ed operatori del settore cominciano ad offrire questo servizio anche se non ci sono standard condivisi.
Un altro aspetto importante per un’auto elettrica è la presenza della pompa di calore per il riscaldamento. Se l’automobile ne è equipaggiata allora anche in inverno sarà efficiente e la riduzione di autonomia quando fa freddo sarà minima.
La questione del "certificato di salute" della batteria, secondo voi è praticabile?
Esiste già un parametro che valuta lo stato di salute della batteria che è lo SoH che dà un’informazione in percentuale del degrado. Questo però non è standardizzato ed ogni costruttore lo pondera diversamente in funzione di vari parametri come il voltaggio della batteria, il numero di cicli di carica-scarica, l’età della batteria e altri. Si fa poi appello a dei database dove si possono confrontare i dati con altri veicoli registrati.
Come detto sopra, officine specializzate e operatori del settore offrono la valutazione dell’SOH, ma il paragone di vari veicoli può essere difficile e il consiglio è di fare appello allo stesso operatore per il confronto di più veicoli. Questo proprio perché non essendo dei valori standardizzati, l’SOH verificato da due apparecchi distinti, potrebbe non coincidere.