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Ticino sempre al centro dell'offerta FFS (e niente licenziamenti)

Le azioni annunciate sono fondamentali per la sopravvivenza del servizio, spiega Alexander Muhn. Oggi l'incontro con la deputazione ticinese alle Camere federali
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Ticino sempre al centro dell'offerta FFS (e niente licenziamenti)
Le azioni annunciate sono fondamentali per la sopravvivenza del servizio, spiega Alexander Muhn. Oggi l'incontro con la deputazione ticinese alle Camere federali

BELLINZONA - «Il Ticino svolge oggi un ruolo fondamentale per le FFS nel traffico viaggiatori, ma anche nel traffico merci, e continuerà a farlo in futuro». Ad assicurarlo è Alexander Muhn, responsabile del traffico merci delle Ferrovie federali svizzere (FFS).

Muhn, intervistato da Cdt e laRegione, ha spiegato che «le decisioni prese» e annunciate lo scorso 20 maggio «non danneggiano il cantone, anzi garantiscono che in futuro ci sarà un traffico merci su rotaia. Nel complesso, le Ffs investono molto nel Canton Ticino e restano un importante datore di lavoro. Nessuno dei circa 40 collaboratori interessati in Ticino sarà licenziato e noi delle Ffs stiamo cercando soluzioni per mantenere i lavoratori qualificati all’interno dell’azienda».

Muhn respinge le accuse di smantellamento del trasporto combinato: «Per stabilizzare finanziariamente il settore ci stiamo concentrando sull’asse nord-sud ad alta domanda e stiamo raddoppiando il traffico tra Dietikon (Zh) e Stabio. Lo facciamo con un prodotto più economico su una rotta molto richiesta. I terminal non redditizi non saranno più gestiti dalle Ffs, ma le Ferrovie continueranno a farvi capo, a condizione che vi sia una domanda da parte dei clienti. Siamo in trattative con terzi per continuare a gestire questi terminal, ad esempio per Cadenazzo, dove in futuro gestiremo più servizi postali di quelli attuali. Se la fase di test della navetta tra Dietikon e Stabio si rivelerà un successo, il servizio di traffico combinato sarà esteso a lungo termine in tutta la Svizzera, secondo il concetto di ‘Suisse Cargo Logistics’, a condizione che i Cantoni e la Confederazione possano mettere a disposizione le infrastrutture terminalistiche necessarie. A tal fine sono in corso colloqui con la Confederazione e i Cantoni».

Oggi è in programma un incontro con la deputazione ticinese alle Camere federali, mentre giovedì sarà la volta del Consiglio di Stato ticinese. Muhn spera che le ragioni delle FFS siano comprese da tutti. «Se il traffico merci su rotaia in Svizzera deve sopravvivere e se vogliamo tenere sotto controllo la questione climatica, dobbiamo agire subito. Tutti devono dare il proprio contributo. Oltre ai clienti e ai politici, anche le FFS devono dare il loro contributo, investendo in nuove locomotive e carri merci, nell’automazione e in un nuovo modello di produzione per ridurre drasticamente i costi. Il traffico merci è un mercato liberalizzato e non un servizio pubblico, come ha confermato il parlamento federale modificando la legge sul traffico merci nella primavera di quest’anno. Ciò significa che siamo autorizzati a gestire solo servizi di trasporto redditizi e che abbiamo bisogno di prezzi che coprano i nostri costi. Questo è ciò che impone il governo federale, il nostro proprietario».

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