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«La carta non è un supporto del passato, ma un mezzo vitale da valorizzare»

Il messaggio, a sostegno dei quotidiani, è stato lanciato nel corso dell'assemblea generale dell'associazione dell'industria grafica
Associazione industria grafica
Fonte Associazione Industria grafica
«La carta non è un supporto del passato, ma un mezzo vitale da valorizzare»
Il messaggio, a sostegno dei quotidiani, è stato lanciato nel corso dell'assemblea generale dell'associazione dell'industria grafica

LUGANO - Nel giorno della sua 84ma Assemblea generale, dpsuisse/viscom, l’associazione dell’industria grafica,ha lanciato a Muzzano un messaggio forte e chiaro attraverso i media della Svizzera italiana: la carta non è un supporto del passato, ma un mezzo vitale e moderno da valorizzare. I rappresentanti dell’industria grafica ticinese hanno rivolto un appello alle istituzioni e all’opinione pubblica chiedendo maggior sostegno al settore e impegnandosi a sfatare luoghi comuni sulla carta stampata.

Il presidente di dpsuisse Ticino, Stefano Soldati, ha presentato dati che evidenziano la resilienza e l’importanza economica del settore grafico: in Ticino operano 53 aziende tipografiche e 143 studi grafici, per un totale di circa 1.490 lavoratori. «La carta è un materiale naturale, rinnovabile e riciclabile. Ogni franco di valore aggiunto prodotto da uno stampato genera altri 80 centesimi sul territorio. Il nostro settore ha un impatto positivo, sia ambientale che occupazionale», ha spiegato Soldati.

Secondo dpsuisse, l’industria grafica soffre delle conseguenze di errati cliché che si sono insediati nell’opinione pubblica. Stefano Gazzaniga, direttore di dpsuisse Ticino, ha sfatato i quattro principali falsi miti sulla carta stampata. «La carta è un prodotto sostenibile: Non è vero che la carta inquina più del digitale: la sua impronta di CO2 è spesso inferiore. È più efficace per l’apprendimento rispetto agli schermi, genera emozioni e risposte più forti nella comunicazione rispetto alla pubblicità online». Ha ricordato il caso concreto del libretto dei corsi per adulti del Canton Ticino sostituito da un QR code: «Le iscrizioni, pare, sono state molto meno. È la prova di quanto la carta sia ancora centrale per coinvolgere e informare il pubblico».

Nel suo intervento, Giacomo Salvioni, Presidente di Stampa Svizzera (Associazione Ticinese Editori di giornali), coinvolto per l’occasione, ha ribadito il ruolo centrale dei giornali regionali: «Sono il cuore pulsante della vita locale, danno voce alle comunità, sostengono il dibattito democratico e costruiscono identità. Senza di loro, molte realtà resterebbero invisibili». Ma il settore è sotto pressione: calo della pubblicità, concorrenza digitale delle grandi piattaforme e aumento dei costi stanno mettendo in crisi molte testate. «La sopravvivenza dei giornali regionali non è solo una questione economica, ma anche politica e culturale. Le recenti misure votate dalle Camere federali vanno nella giusta direzione, ma vanno difese con forza contro la minaccia referendum. Non sono un regalo alla stampa, ma un investimento nella democrazia». Salvioni auspica pure che il Cantone faccia pure la sua parte.

La conferenza si è conclusa con un chiaro appello politico e sociale. «Chiediamo un cambio di passo», ha affermato Stefano Soldati. Il settore dell’industria grafica sollecita una presa di coscienza da parte delle istituzioni affinché le scelte comunicative non siano dettate unicamente da logiche di risparmio, penalizzando sistematicamente il cartaceo. È necessario adottare un approccio equilibrato alla digitalizzazione, evitando automatismi e riconoscendo che alcuni prodotti – dall’informazione locale ai materiali scolastici – funzionano meglio nella loro forma stampata. Al contempo, è fondamentale difendere con decisione il rafforzamento delle sovvenzioni federali alla distribuzione della stampa regionale, recentemente approvato dal Parlamento ma già minacciato da un referendum. Con il contributo delle istituzioni, del settore e del pubblico, il viaggio della carta può continuare – e con esso, il valore dell’informazione, della cultura e del pensiero critico. «Perché la carta non è passato. È un presente sostenibile, concreto e inclusivo. E merita di essere difeso» ha concluso Soldati.

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