«Meno medicinali per i propri figli? A volte è meglio». Ecco quando

Anche in Ticino prende piede l’iniziativa “Choose Wisely”. Massai (APSI): «In alcuni casi gli esami strumentali sono superflui».
BELLINZONA - Quando un bambino è malato, genitori e pediatri desiderano che non soffra e che guarisca rapidamente. Tuttavia, un trattamento medico a volte è più dannoso che utile. Non sempre, quindi, fare di più significa fare meglio. È uno dei principi cardine di “Choose Wisely” (cioè scegliere saggiamente), iniziativa che un gruppo di pediatri (chiamato “Sentinella pediatrica”) sta promuovendo e sostenendo in Ticino.
«Non è sempre necessario insistere con le terapie» - Il senso è che non sempre "più è meglio" se si tratta di accertamenti diagnostici o terapia per il proprio figlio piccolo. Insomma, un trattamento dovrebbe essere utilizzato solo se effettivamente vantaggioso. La diffusione di questo progetto avviene sia attraverso i canali medici e scientifici sia tramite i canali rivolti alle famiglie. «È bene precisare che ogni bambino è un caso a sé», spiega Cristina Massai, pediatra e presidente dell’Associazione pediatri Svizzera Italiana (APSI). «Però, in diversi casi, si è capito che non è necessario insistere con le terapie e le diagnosi».
Gli esempi - Sono stati emanati negli anni passati due gruppi di 5 raccomandazioni su terapia e diagnosi: per esempio si consiglia di non trattare sistematicamente con antibiotici l’otite media acuta nei bambini. Oppure, si dice di non somministrare in ogni caso farmaci antiacido per il trattamento del reflusso di contenuto gastrico nei lattanti. Un altro esempio riguarda la distorsione della caviglia: l’indicazione è «non effettuare radiografie nei bambini e negli adolescenti che presentano un basso rischio clinico di frattura significativa».
«La popolazione deve essere informata» - Le linee guida sono appese all’interno degli studi medici e nei pronti soccorso: «È necessario che la popolazione sia informata - aggiunge Massai - magari il paziente con una "storta" alla caviglia si aspetta la radiografia, perché è sempre stato così. È giusto, quindi, che il cambiamento venga comunicato e, soprattutto, spiegato».
«Fare sempre il bene del paziente» - Non c’è il rischio di sottovalutare i sintomi o il quadro clinico generale? «Sono indicazioni generali, nell'esempio della distorsione va valutata bene con il paziente la dinamica del trauma per capire se si rientra in un caso a basso rischio di frattura - continua la presidente di APSI - ogni situazione è specifica e viene valutata caso per caso. Inoltre, tutti i bambini hanno una propria storia che va considerata quando si decide la terapia. Infine, vale il principio cardine della medicina: fare sempre il bene del paziente».
Al centro il bene del bambino - In medicina, conclude Massai, «le competenze evolvono e si apprendono sempre cose nuove. Quindi, si cambia, in modo da fornire al paziente la cura migliore, con i minori rischi ed effetti collaterali. Però il concetto è sempre lo stesso: fare la cosa migliore per il bambino». Dopo una fase di sensibilizzazione, il gruppo promotore dell'iniziativa ha messo a punto un sondaggio fra i medici e i pazienti tramite qr code per capire come le raccomandazioni siano state recepite e accolte.