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Un disastro chiamato DAB+: 8000 ticinesi sono passati ad ascoltare le radio italiane

L'abbandono delle frequenze FM per l'ascolto delle radio della SSR fa crollare gli ascolti in Ticino
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Un disastro chiamato DAB+: 8000 ticinesi sono passati ad ascoltare le radio italiane
L'abbandono delle frequenze FM per l'ascolto delle radio della SSR fa crollare gli ascolti in Ticino
LUGANO - Lo scorso dicembre avevamo realizzato un sondaggio nel quale chiedevamo ai nostri lettori se ritenevano problematico lo spegnimento delle frequenze FM delle radio della SSR e passare alla tecnologia DAB+. Ebbene, il 77% dei lettori aveva ris...

LUGANO - Lo scorso dicembre avevamo realizzato un sondaggio nel quale chiedevamo ai nostri lettori se ritenevano problematico lo spegnimento delle frequenze FM delle radio della SSR e passare alla tecnologia DAB+. Ebbene, il 77% dei lettori aveva risposto che abbandonare l'FM poteva rappresentare un problema. Non ci voleva molto ad arrivarci. Perfino Roger Schawinski, storico imprenditore del settore dei media, aveva ritenuto la decisione della SRG del tutto incomprensibile, insensata a livello ecologico e con costi elevati per i consumatori.

A distanza ormai di quattro mesi dalla trasformazione digitale dell'ascolto radiofonico si tirano i primi bilanci, e il risultato è tutt'altro che positivo. La Svizzera romanda e la Svizzera italiana sono le zone maggiormente colpite dal calo degli ascolti delle emittenti radiofoniche della SSR, dopo lo spegnimento delle frequenze FM all'inizio del 2025. Secondo il portavoce della SRG Nik Leuenberger il calo viene spiegato col fatto che «queste regioni non sono protette dalla barriera linguistica».

«La Svizzera romanda, così come il Canton Ticino, soffre maggiormente della concorrenza delle emittenti straniere perché non esiste una barriera linguistica», ha affermato il portavoce della SSR alla stazione radiofonica romanda "RTS Première".

Molte stazioni radio francesi e italiane continuano a trasmettere in FM: in Francia la fine della tecnologia analogica è prevista per il 2033. «Abbiamo registrato un aumento di 50.000 persone nella Svizzera romanda e di 8.000 nel Canton Ticino che ascoltano queste stazioni», ha affermato Philippe Zahno, presidente delle Radio Régionales Romandes, anche lui ospite della RTS sabato mattina. In realtà non solo sulle radio italiane, ma molti ascoltatori ticinesi si sono spostati sulle frequenze di Radio Ticino e Radio 3i che negli ultimi mesi hanno acquisito utenza.

La relativa protezione del dialetto - Nonostante il frequente utilizzo del dialetto, la Svizzera tedesca non è stata risparmiata: 80.000 ascoltatori sono passati alla radio FM tedesca o austriaca, ma «questa è una cifra relativamente inferiore rispetto alle altre regioni», ha proseguito Zahno. Come reagisce la SRG a un simile declino? Il portavoce della SRG ha proseguito: «Non è una sorpresa, ci vorrà del tempo prima che la situazione si riprenda. La digitalizzazione è una realtà e subirà un'ulteriore accelerazione».

«Il calo di un quarto degli ascolti radiofonici della RTS ha avuto un impatto positivo sulle radio private», ha spiegato il presidente di Radios Régionales Romandes. Nonostante ciò non vuole cantare vittoria, perché «la situazione non è affatto buona per l'intero settore radiofonico».

Anche le radio private prevedono un calo - Il settore radiofonico, in collaborazione con l'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM), ha deciso di disattivare la radio via OUC in tutta la Svizzera entro la fine del 2026. La SRG ha smesso di trasmettere in FM già alla fine del 2024.

«Se perdiamo un quarto dei nostri ascoltatori, la pubblicità crollerà e le stazioni radio chiuderanno», ha affermato Zahno, guardando alla fine del 2026.

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