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VERZASCA

«Ho attraversato le montagne, ma ora ho paura»

Intervista dal carcere al 24enne prelevato dalla polizia in una pensione di Frasco. Nel frattempo per lui inizia lo sciopero della fame.
Ti-Press (archivio)
«Ho attraversato le montagne, ma ora ho paura»
Intervista dal carcere al 24enne prelevato dalla polizia in una pensione di Frasco. Nel frattempo per lui inizia lo sciopero della fame.
VERZASCA - Squilla il telefono. Numero nascosto. Dall'altra parte c'è un ragazzo che sospira. È Alisina, il 24enne che mercoledì 3 aprile è stato prelevato dalla polizia in una pensione di Frasco, in Verzasca. Chiama da Zurigo. Dal carcere ammini...

VERZASCA - Squilla il telefono. Numero nascosto. Dall'altra parte c'è un ragazzo che sospira. È Alisina, il 24enne che mercoledì 3 aprile è stato prelevato dalla polizia in una pensione di Frasco, in Verzasca. Chiama da Zurigo. Dal carcere amministrativo. Rischia seriamente di essere rinviato in Croazia, il primo Paese in cui è stato registrato dopo la sua fuga dall'Afghanistan. «Ho paura – dice –. In Croazia ho trascorso due notti. È stato orribile. Mi hanno tenuto senza mangiare in una stanza in cui non c'era nemmeno il bagno».

«Ho fatto di tutto per integrarmi» – Alisina pensa al suo futuro. E vede nebbia. «La polizia è venuta a prendermi a Frasco. E poi mi ha portato qui a Zurigo. Adesso non so cosa mi aspetta. Dicono che dovrò tornare in Croazia. Sento cose brutali sul sistema d'asilo in quella nazione. Abito in Svizzera da oltre due anni, ho fatto di tutto per integrarmi. Col pensiero fisso di aiutare economicamente mia mamma e le mie sorelle rimaste in Afghanistan. Ora mi trovo in questa situazione e sono tanto spaventato».

Spinto dalla speranza – Il giovane ricorda il suo percorso dall'Afghanistan alla Svizzera, passando per l'Iran e appunto per la Croazia. «Ho usato un po' tutti i mezzi. Ma soprattutto ho camminato tantissimo. In particolare ho attraversato parecchie montagne. Il cammino sembrava non finire mai. Ero spinto dalla speranza. Adesso non so cosa capiterà. In Verzasca mi ero fatto tanti amici, mi ero ambientato. Vorrei restare, ma tutto è in forse. Quando penso alla Croazia mi vengono in mente i toni minacciosi che venivano usati nei miei confronti e verso altre persone nella mia condizione».

Cosa dice la legge – La storia di Alisina colpisce Immacolata Iglio Rezzonico, avvocata che si occupa di questioni migratorie. «La Svizzera ha aderito all'accordo di Dublino – fa notare –. Secondo cui un solo Stato, il primo in cui si viene registrati, diventa competente per la domanda d'asilo. I metodi violenti della Croazia in materia d'asilo sono noti a livello internazionale. Non si tratta di una diceria o di una leggenda purtroppo. La Svizzera potrebbe, in questa circostanza, applicare la clausola di sovranità, assumendosi la responsabilità di occuparsi del giovane in questione».

«Escludere il pericolo di fuga» – Il 24enne afgano si trova in carcere amministrativo a Zurigo ormai da diversi giorni. In tanti se lo chiedono: come è possibile mettere in prigione una persona che di fatto non ha commesso alcun reato? «È disumano – sostiene l'avvocata –. Però così si vuole escludere il pericolo di fuga. Allo stesso tempo si vuole evitare che il migrante giri magari l'Europa cercando di chiedere asilo in altre nazioni».

Lo sciopero della fame – Alisina nel frattempo ha iniziato uno sciopero della fame. «È l'unica soluzione che mi resta per fare capire alle autorità quanto sono disperato e impaurito», conclude affranto.

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