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Fine rendite vedovili a vita, tolto il tetto massimo delle rendite AVS dei coniugi

Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale, approvando - con 102 voti contro 95 - una modifica della legge sull'AVS.
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Fonte ATS
Fine rendite vedovili a vita, tolto il tetto massimo delle rendite AVS dei coniugi
Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale, approvando - con 102 voti contro 95 - una modifica della legge sull'AVS.

BERNA - In futuro, le vedove e i vedovi percepiranno la rendita solo fino al 25° anno di età del figlio più giovane. Le rendite a vita non esisteranno più, tranne per la generazione transitoria.

Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale, approvando - con 102 voti contro 95 - una modifica della legge sull'AVS. La Camera ha inoltre eliminato il tetto massimo delle rendite AVS dei coniugi, trasformando la riforma in un controprogetto indiretto a un'iniziativa popolare in tal senso del Centro.

Tra le novità del disegno di legge presentato un anno fa dal Consiglio federale figura anche la soppressione delle rendite di vedovanza per chi non ha figli. Verrà tuttavia introdotta una rendita transitoria di tre anni per le vedove i cui figli hanno già più di 25 anni. "L'obiettivo è tutelare i genitori che si fanno carico dei figli, indipendentemente dal sesso, aggiornando un sistema in passato incentrato esclusivamente sul matrimonio", ha spiegato Céline Amaudruz (UDC/GE) a nome della commissione.

La riforma prevede anche la copertura mediante prestazioni complementari per le vedove e i vedovi di almeno 58 anni al momento della morte del coniuge o dell'ex coniuge e senza più figli a carico, se la morte comporta una situazione di precarietà.

Per chi percepisce già una rendita vedovile al momento dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni e ha più di 55 anni, non cambia nulla. Tuttavia, la rendita verrà cancellata entro due anni dall'entrata in vigore per le persone di età inferiore ai 55 anni, tranne se hanno ancora figli a carico (disposizione transitoria).

"No" al rinvio del dossier

Durante il dibattito di entrata in materia, il Centro e la sinistra hanno tentato invano di far rinviare il dossier al governo, che sarebbe stato incaricato di rivedere il progetto per tutelare le rendite in corso, escludere gli over 50 dall'applicazione immediata e garantire criteri uniformi indipendenti da sesso e stato civile, con particolare attenzione al rischio di povertà degli anziani senza figli.

"No" anche a una seconda proposta di rinvio che chiedeva di garantire le rendite attuali, di escludere dalla riforma coloro che all'entrata in vigore hanno più di 30 anni e di rendere le rendite indipendenti dal sesso e dallo stato civile.

"Sulle spalle delle donne"

Il sistema avrebbe potuto essere modificato in modo molto più semplice, ma si è scelto di risparmiare sulle spalle delle donne, ha spiegato Valérie Piller Carrard (PS/FR). I numeri parlano chiaro: nel 2024 l'AVS ha versato 188'600 rendite a vedove, contro appena 5'000 a vedovi, ha ricordato la socialista. Venduta come modernizzazione, questa riforma mira in realtà unicamente a ridurre le spese dell'AVS. "Un obiettivo inaccettabile" per Piller Carrard.

"La maggior parte delle vedove, giovani o anziane, non ha potuto contare su redditi elevati durante la vita professionale, a causa della custodia dei figli, dalla divisione tradizionale dei ruoli o da lavori poco retribuiti", ha aggiunto Benjamin Roduit (Centro/VS). "Essere vedova o vedovo non è mai stato un privilegio", ha sottolineato il vallesano.

Riforma necessaria e mirata

La maggioranza della commissione, ha replicato la sua relatrice, crede che il progetto risponda in modo mirato all'esigenza di proteggere le famiglie con figli tramite le rendite per superstiti, introducendo al contempo disposizioni transitorie proporzionate per i casi più sensibili, in particolare per chi si trova vicino ai limiti d'età, senza compromettere la stabilità finanziaria dell'AVS.

La riforma viene vista come una necessità imprescindibile: aggiornare il sistema delle rendite di reversibilità per renderlo coerente con le attuali realtà sociali e familiari, superando un modello ancora legato a una visione tradizionale del matrimonio e del ruolo della donna, ha sottolineato Céline Amaudruz.

Gli obiettivi della riforma sono chiari: garantire prestazioni per superstiti paritarie tra uomini e donne, adeguare le rendite ai cambiamenti sociali e concentrare la protezione nei momenti più delicati, come la gestione familiare dopo un decesso o le fasi di transizione, ha aggiunto la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider.

Per quanto riguarda le rendite già in corso, il Consiglio federale ha scelto una soluzione che ne assicura il mantenimento per circa il 90% degli aventi diritto: le vedove e i vedovi di almeno 55 anni continueranno a percepirle, così come i beneficiari di prestazioni complementari con più di 50 anni, che resteranno esclusi dalle modifiche, ha sottolineato la ministra dell'interno.

Rendita coniugi: tolto il tetto massimo

Con 101 voti contro 96, il Nazionale ha poi deciso che la presente riforma dovrà fungere da controprogetto indiretto all'iniziativa popolare "Sì a rendite AVS eque anche per i coniugi" del Centro, malgrado l'opposizione di quest'ultimo. Questo aspetto non figurava nel messaggio governativo, ma è stato aggiunto dalla Commissione preparatoria.

In futuro, il limite massimo delle rendite AVS dei coniugi (attualmente fissato al 150% della rendita massima) sarà quindi soppresso per le nuove rendite. Per quelle in corso va ancora applicato il tetto massimo. Quale contropartita, verrà soppresso il supplemento di vedovanza del 20%, anche in questo caso solo per i nuovi beneficiari di rendite AVS o AI.

La novità "rappresenta un'alternativa credibile e pragmatica all'iniziativa, capace di rispondere alle preoccupazioni sollevate dai promotori senza però irrigidire la Costituzione", ha detto Cyril Aellen (PLR/GE). La soluzione scelta permetterà di porre fine a una discriminazione ingiustificabile rispettando i diritti acquisiti, evitando così un brusco effetto soglia tra le generazioni, ha aggiunto il ginevrino.

La sinistra, favorevole al controprogetto, ha chiesto di non sopprimere il tetto massimo, ma di limitarsi a un suo innalzamento al 175%. Il provvedimento permetterebbe di abolire il tetto per la metà delle coppie con redditi più bassi, mentre l'altra metà continuerebbe a percepire una rendita più elevata, seppur sempre limitata, ha sostenuto, invano, Piller Carrard.

"Un tetto massimo, seppur più elevato, continuerebbe a creare una differenza di trattamento tra coppie sposate e non sposate", ha replicato Céline Amaudruz. La proposta renderebbe inoltre il sistema più complesso in modo duraturo, ha aggiunto, convincendo il plenum.

Centro insoddisfatto

Il Centro si è astenuto sulla scelta tra l'innalzamento del tetto massimo e la sua completa abolizione, manifestando il proprio malcontento per il fatto che il progetto di legge sia stato concepito come controprogetto alla sua iniziativa. "Non comprendiamo né questo legame artificiale né la volontà di imporci un compromesso che di fatto compromesso non è", ha dichiarato Benjamin Roduit.

"Se tutti in questa sala ritengono che un tetto per le coppie AVS sia discriminatorio e non più in linea con l'evoluzione della società, non vedo perché si debba passare attraverso una riduzione della rendita di vedovanza, ingiustamente considerata da alcuni come un privilegio dei coniugi", ha sostenuto, invano, il vallesano.

Nel suo intervento, anche Elisabeth Baume-Schneider ha chiesto di non legiferare sulla soppressione del tetto massimo della rendita dei coniugi. Per la consigliera federale questo aspetto andrebbe considerato separatamente in una più ampia riforma, non da meno a causa dei costi che provocherebbe: 720 milioni di franchi nel 2040.

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