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BERNA

Il telelavoro va reso più flessibile

Regole meno rigide. È quanto chiede il Consiglio nazionale che oggi ha approvato un progetto di legge frutto di un'iniziativa parlamentare.
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Fonte ats
Il telelavoro va reso più flessibile
Regole meno rigide. È quanto chiede il Consiglio nazionale che oggi ha approvato un progetto di legge frutto di un'iniziativa parlamentare.

BERNA - Le condizioni per il telelavoro vanno rese più flessibili, applicando regole meno rigide. Ne è convinto il Consiglio nazionale, che oggi ha approvato per 119 voti a 63 (cinque astenuti) un progetto di legge della sua Commissione dell'economia e dei tributi (CET-N), frutto di un'iniziativa parlamentare. Il dossier passa ora agli Stati.

Il progetto realizza una proposta del "senatore" Thierry Burkart (PLR/AG) inoltrata nel 2016, quando l'argoviese sedeva ancora alla Camera del popolo. Secondo la commissione, una maggiore flessibilità in materia è indispensabile, considerata la realtà attuale del mondo del lavoro post pandemia.

Il progetto regola il telelavoro in generale. In presenza di un accordo in tal senso tra le parti, prevede in particolare un'estensione della durata massima dell'attività giornaliera da 14 a 17 ore e una riduzione del riposo minimo da 11 a 9 ore. In quest'ultimo caso, è possibile un'interruzione per questioni urgenti.

La questione domeniche - Per quanto riguarda le domeniche, deve essere possibile lavorare di propria iniziativa per un massimo di cinque ore senza autorizzazione per nove volte all'anno. Su questo punto, la Camera del popolo si è spinta oltre la commissione, secondo cui le domeniche dovevano essere soltanto sei.

Più libertà di manovra - Per la maggioranza di centro-destra, le novità significano più libertà di manovra. Molto critica invece la sinistra, che ha spinto, invano, per la non entrata in materia, giudicando il disegno nocivo per le condizioni di lavoro e la tutela della salute. «Non avevo mai visto un attacco così violento e frontale ai diritti dei lavoratori nel nostro Paese», ha gridato allo scandalo Emmanuel Amoos (PS/VS).

Troppa disponibilità - Bisognerà essere disponibili per il proprio capo dalle 6.00 alle 23.00, tornare al lavoro il giorno successivo alle 8.00, accettando di essere disturbati durante la pausa in caso di emergenza, si è indignato il vallesano. Il fatto che gli impiegati debbano essere d'accordo è una sorta di illusione, ha aggiunto Samuel Bendahan (PS/VD): «Chi potrà opporsi alla flessibilità durante un colloquio?», si è retoricamente chiesto.

Sempre più datori di lavoro consentono ai propri dipendenti di praticare l'home office per conciliare meglio vita professionale e privata, ha invece detto Marcel Dobler (PLR/SG). È quindi importante che il Parlamento faccia chiarezza, ha puntualizzato il sangallese. Stando a Jürg Grossen (PVL/BE), il progetto è «adeguato, equilibrato e praticabile». «Il disegno di legge tiene conto delle nuove opportunità offerte dalla digitalizzazione», lo ha appoggiato il consigliere federale e ministro dell'economia Guy Parmelin.

Il governo, in linea di principio d'accordo con il progetto, ha comunque proposto delle modifiche. Ad esempio, la precisazione che il diritto all'irreperibilità non dovrebbe valere solo per i telelavoratori, ma per tutti i dipendenti, è stata accolta per 102 voti a 86.

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