TikTok: la tassa non passa, ma assume esperti per muoversi nei palazzi del potere

Berna dice no alla mozione di Giorgio Fonio e sceglie di consolidare i progetti già in corso. Nel frattempo la piattaforma cinese si prepara a influenzare il dibattito che verrà.
BERNA - Una tassa sui giganti dei social media, in particolare su TikTok, accusati di lucrare sui dati dei minori senza restituire nulla alla collettività.
La chiedeva qualche mese fa una mozione del consigliere nazionale Giorgio Fonio (Centro), proponendo un prelievo basato sugli introiti pubblicitari, sul numero di utenti o sulla quantità di dati raccolti, con l’obiettivo di finanziare programmi di protezione e alfabetizzazione mediatica.
Berna, però, non ha accolto la proposta. Il Consiglio federale ha ricordato che il 5 aprile 2023 ha incaricato il DATEC di elaborare un progetto di consultazione per regolamentare piattaforme di comunicazione e motori di ricerca di grandi dimensioni, introducendo obblighi di trasparenza e rendiconto. Un iter già avviato, dunque, che secondo il governo potrà tuttavia includere – in fase di consultazione – anche alcuni elementi della mozione Fonio.
Inoltre, dal 1° gennaio 2025 è in vigore la nuova legge federale sulla protezione dei minori nei settori dei film e dei videogiochi, che coinvolge anche i servizi di piattaforma con l’obbligo di controlli sull’età e procedure di notifica. «Non riteniamo quindi opportuno accogliere la mozione», ha concluso l’esecutivo.
Le manovre di TikTok per difendersi
Mentre la politica discute di tasse e divieti, TikTok non resta a guardare. Dopo che diversi Paesi – dall’Australia al Regno Unito – hanno avviato misure per limitare l’accesso dei minori alla piattaforma, l’azienda si è mossa anche in Svizzera.
Nei mesi scorsi ha pubblicato un annuncio di lavoro per un “Senior Manager Government Relations and Public Policy” con competenze su Svizzera e Austria.
L’obiettivo? Creare relazioni con gli stakeholder politici e istituzionali, prevenire rischi normativi e muoversi con destrezza nel complesso panorama legislativo dei due Paesi. Una strategia che segnala quanto i giganti dei social, di fronte a nuove pressioni regolatorie, cerchino sempre più di presidiare direttamente la scena politica.
Fonio invita la Confederazione a non restare indietro rispetto all’Europa, ma per ora il Consiglio federale sceglie di consolidare i progetti già in corso. Nel frattempo, TikTok cerca di piazzare le sue pedine, probabilmente già pronto a influenzare il dibattito che verrà.