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SVIZZERA

Dazi, le reazioni dei consiglieri federali

Karin Keller-Sutter: «Lavorare e trovare soluzioni». Pfister: «Deluso, ma non possiamo rinunciare agli F-35». Cassis: «Non ci scoraggeremo». Parmelin: «È ora di serrare i ranghi».
20 Minuten
Fonte ats
Dazi, le reazioni dei consiglieri federali
Karin Keller-Sutter: «Lavorare e trovare soluzioni». Pfister: «Deluso, ma non possiamo rinunciare agli F-35». Cassis: «Non ci scoraggeremo». Parmelin: «È ora di serrare i ranghi».

BERNA - Anche il governo svizzero è molto deluso dalla decisione degli Stati Uniti in materia di dazi, ha affermato il consigliere federale Martin Pfister a margine di una celebrazione del primo agosto a Lütisburg (SG).

L'esecutivo si era impegnato a trovare una buona soluzione ed era fiducioso: il risultato deve ora essere analizzato in dettaglio, ha indicato il 62enne. Berna e Washington rimarranno in contatto. «Stiamo ancora lavorando per trovare una soluzione migliore, affinché non si arrivi al 39%» di imposizione doganale, ha spiegato a Keystone-Ats.

Il ministro della difesa ha anche respinto la richiesta, avanzata dai Verdi, di annullare subito l'acquisto del caccia-bombardiere F-35, di fabbricazione americana. Se il progetto venisse cancellato al più tardi nel 2032 la Svizzera si troverebbe a non avere più jet da combattimento, ha argomentato il colonnello. A suo avviso il paese ha invece bisogno di difesa aerea, soprattutto di questi tempi. Mantenere il progetto è quindi importante, ha concluso.

«Continuare i negoziati con Washington» - Dal canto suo il consigliere federale Ignazio Cassis vuole continuare i colloqui commerciali con gli Stati Uniti, anche dopo l'imposizione di dazi del 39% sulle merci provenienti dalla Svizzera. In un discorso pronunciato in occasione della Festa nazionale ha inoltre espresso rammarico per la decisione del presidente americano Donald Trump.

«Con grande dispiacere abbiamo dovuto apprendere questa notte la nuova decisione del presidente Trump», ha affermato durante il suo discorso a Gersau (SZ). «Ma non ci scoraggeremo e continueremo a lottare per un accordo nell'interesse di entrambe le parti».

Il ministro degli ha anche invitato a puntare sulla cooperazione nelle relazioni con altri paesi. «La forza della Svizzera non è mai stata la parola ad alta voce, ma la bussola silenziosa», ha detto. A suo avviso si può arrivare a risultati migliori con la correttezza e il senso delle proporzioni che sbraitando. Malgrado la difficile situazione globale negli ultimi mesi il Consiglio federale ha concluso con successo diversi accordi con importanti partner commerciali, ha ricordato il 64enne.

«Alzarsi, lavorare e trovare soluzioni» - Da uno dei luoghi più simbolici della Svizzera - il praticello del Grütli (UR) - la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter ha parlato anche dei dazi di Trump prima di festeggiare il giorno della Patria assieme a diverse centinaia di persone. «Bisogna semplicemente alzarsi, lavorare e trovare delle soluzioni», ha affermato la 61enne rispondendo a una domanda.

«La Svizzera ha sempre affrontato tempeste di vario genere», ha chiosato la ministra delle finanze, che ha comunque ammesso di aver già vissuto notti più lunghe di quella di ieri. Nel suo colloquio con il presidente americano Donald Trump, Keller-Sutter ha ricordato che oggi è la festa nazionale in Svizzera: «Ha chiesto in che anno è stato fondato il paese e si è mostrato impressionato dalla risposta».

La sangallese ha comunque esortato a far sì che oggi il tema dei dazi non occupi troppo spazio. «Oggi è il nostro giorno, il giorno della Svizzera», ha concluso, aggiungendo che si tratta di festeggiare.

«Svizzera penalizzata, dobbiamo serrare i ranghi» - La Svizzera è stata «particolarmente penalizzata» nella questione dei dazi doganali, deplora venerdì il consigliere federale Guy Parmelin. Il ministro dell'economia promette che il governo tornerà molto rapidamente sul tema per capire cosa non abbia funzionato e cosa vogliano esattamente gli Stati Uniti nonché il loro presidente Donald Trump, per capire se c'è un margine di manovra.

Intervistato dalla RTS a margine dei festeggiamenti del primo d'agosto il 65enne ha riconosciuto che la situazione è «estremamente difficile». Ha sottolineato l'elevato livello delle tariffe imposte sui prodotti svizzeri, ma anche la perdita di competitività rispetto ai principali partner, ovvero l'Unione europea e il Regno Unito, che se la cavano molto meglio.

Il vodese ha tuttavia sottolineato che la Svizzera ha già attraversato numerose crisi e le ha sempre superate. «Le autorità e la popolazione hanno sempre trovato soluzioni, insieme», ha detto, aggiungendo che è giunto il momento di «serrare i ranghi».

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