Per il Nazionale «200 non bastano»

È iniziato il dibattito sull'iniziativa popolare che chiede di limitare il canone radio-TV. Il testo ha però pochissime possibilità di essere accolto. E anzi pure il controprogetto corre verso la bocciatura.
BERNA - Al Nazionale è iniziato oggi il lungo dibattito sull'iniziativa popolare "200 franchi bastano!" (Iniziativa SSR)". Il testo, che chiede di limitare il canone radio-TV a 200 franchi l'anno dagli attuali 335, ha pochissime chance di essere accolto dal Nazionale, così come l'idea di un controprogetto. Visto che si sono proposti ben 76 oratori, le discussioni non finiranno stasera, ma riprenderanno il giovedì della seconda settimana di sessione.
Oggi la Camera del popolo è chiamata a esprimersi sull'iniziativa popolare presentata dall'UDC, dall'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e dai Giovani PLR. Oltre a ridurre il canone a 200 franchi annui, il testo vuole esentare tutte le aziende dall'obbligo di pagare la tassa di ricezione.
La commissione preparatoria del Consiglio nazionale propone - con 17 voti contro 8 - di respingere l'iniziativa. A suo avviso, un'offerta giornalistica di qualità che copre tutte e quattro le regioni linguistiche è essenziale per la coesione nazionale e la democrazia diretta.
Secondo la commissione, la riduzione del canone richiesta comporterebbe un massiccio calo della qualità dell'offerta radiotelevisiva svizzera. Tale riduzione non sarebbe inoltre proporzionale allo sgravio finanziario annuo per famiglie e imprese, hanno spiegato i relatori commissionali Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE) e Martin Candinas (Centro/GR).
Verso no anche a controprogetto - L'idea di una controprogetto all'iniziativa presentata dal Nazionale è stata a lungo discussa nelle commissioni competenti di entrambe le Camere, vendendo tuttavia sempre sconfessata da quella degli Stati. Alla fine è stata quindi abbandonata anche dalla Commissione delle telecomunicazioni del Nazionale, che ha rinunciato tout-court a formulare un controprogetto.
Di tutt'altro parere l'UDC: il principale partito svizzero è fermamente convinto che un controprogetto indiretto volto a rendere più efficiente il servizio pubblico radiotelevisivo debba essere adottato a tutti i costi dal plenum. Dal canto suo, il PS vuole un controprogetto, questa volta diretto, per finanziare la radio e la televisione attraverso un fondo indipendente alimentato dall'IVA. Tuttavia, nessuna delle due proposte dovrebbe ottenere una maggioranza alla Camera del popolo.
CF: 300 franchi entro il 2029 - Anche il Consiglio federale si oppone all'iniziativa popolare. Tuttavia, l'esecutivo propone un controprogetto a livello di ordinanza (che non richiede modifiche di legge): il canone verrebbe ridotto a 312 franchi (dagli attuali 335) nel 2027 e poi a 300 franchi nel 2029 per le economie domestiche private.
Per le economie domestiche collettive, come le case di cura, la tassa passerebbe da 670 a 624 franchi nel 2027 e poi a 600 franchi nel 2029. Anche le aziende con un fatturato annuo soggetto a IVA fino a 1,2 milioni di franchi (attualmente 500'000) sarebbero esonerate dal canone.












