No al braccialetto elettronico per gli stranieri in attesa di rimpatrio


Il Consiglio degli Stati ha tacitamente respinto una mozione del Consiglio nazionale
Il Consiglio degli Stati ha tacitamente respinto una mozione del Consiglio nazionale
BERNA - Gli stranieri in attesa di essere rinviati nel loro Paese non dovrebbero essere posti agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico.
È quanto pensa il Consiglio degli Stati che oggi ha tacitamente respinto una mozione del Consiglio nazionale che chiedeva l'introduzione di tale sistema.
Il braccialetto elettronico è attualmente utilizzato in casi di violenza domestica e molestie. Un'estensione del suo campo di applicazione è possibile, ma nessuno Stato europeo applica un simile sistema in materia di asilo, ha sottolineato Daniel Fässler (PPD/AI) a nome della commissione.
La Camera dei Cantoni ha però approvato un postulato con cui invita il Consiglio federale a esaminare l'importanza della sorveglianza elettronica nel settore delle misure coercitive applicabili agli stranieri. Un postulato accolto con favore dalla consigliera federale Karin keller-Sutter. A suo avviso, tuttavia, Il braccialetto elettronico sarebbe di scarsa utilità per prevenire il rischio che gli stranieri in attesa di espulsione si diano alla macchia.
La mozione è stata presentata da Philippe Nantermod (PLR/VS). Le persone in detenzione amministrativa in attesa di espulsione sono alloggiate in centri a spese del Cantone e le procedure possono essere lunghe e costose. Per le autorità vallesane, l'assegnazione a è un'alternativa più economica e più rispettosa della loro dignità.