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NEUCHÂTEL

Dopo il tuffo fatale: cosa succede ora al bambino?

Il piccolo si è lanciato dal trampolino di una piscina a La Chaux-de-Fonds e ha travolto un uomo, morto per le ferite riportate. Ecco cosa rischia.
Città di La Chaux-de-Fonds
Dopo il tuffo fatale: cosa succede ora al bambino?
Il piccolo si è lanciato dal trampolino di una piscina a La Chaux-de-Fonds e ha travolto un uomo, morto per le ferite riportate. Ecco cosa rischia.

LA CHAUX-DE-FONDS (NE) - Un tragico incidente è avvenuto martedì alla piscina Les Mélèzes di La Chaux-de-Fonds. Un bambino di otto anni si è lanciato dal trampolino di 5 metri, colpendo in acqua un nuotatore di 67 anni, che poco prima si era tuffato a sua volta. L’uomo ha riportato gravi ferite ed è morto sul posto.

L’indagine in corso - Secondo Le Temps, il bambino, di nazionalità svizzera, identificato nel corso della giornata di ieri, è stato ascoltato dalla Procura di Neuchâtel il giorno successivo all’incidente. In seguito all'appello a testimoni, la famiglia del bambino ha preso contatto con la polizia., ha dichiarato a Keystone-ATS il procuratore neocastellano Nicolas Feuz, confermando quanto pubblicato dal quotidiano Le Temps.

Le possibili conseguenze per il bambino - L’esperta legale Tamara Bozinovic spiega che, in linea di principio, le responsabilità potrebbero ricadere sui genitori o tutori, oppure sul gestore della piscina. Bozinovic evidenzia che l’ipotesi giuridica è quella di omicidio colposo e omissione di soccorso. Tuttavia, in Svizzera, il codice penale minorile si applica solo dai 10 anni in su. Il bambino, avendo meno di dieci anni, non può quindi essere perseguito penalmente.

Le responsabilità dei genitori o tutori - I genitori possono essere ritenuti responsabili se non hanno rispettato il dovere di vigilanza. Come spiega l’avvocato Daniele Fornara, la legge presume questa responsabilità, salvo prova di aver adottato tutte le misure necessarie. In ogni caso, non è richiesta una sorveglianza continua e costante, neppure con i figli più piccoli.

Il ruolo della piscina - La Procura ha escluso un coinvolgimento dell’infrastruttura. La piscina era stata ristrutturata recentemente e non risultano mancanze nei protocolli di sicurezza. I bagnini, inoltre, sono intervenuti rapidamente per soccorrere la vittima, come confermato dal magistrato. Secondo quanto riferito dalle autorità comunali di La Chaux-de-Fonds, il personale di sorveglianza era al completo al momento dell'incidente. La persona responsabile del trampolino ha subito allertato i colleghi via radio e si è tuffata nel bacino per prestare soccorso alla vittima.

Il punto di vista dei bagnini - Philippe Pfiffner, dell’Associazione Svizzera dei Bagnini, spiega che la sorveglianza è costante ma non esclusiva su un singolo punto. Una persona può monitorare un’ampia zona e non solo la piattaforma dei tuffi. Anche i bagnanti hanno un ruolo, perché chi si tuffa deve assicurarsi che la zona sia libera e sicura.

Serve una normativa più severa? - Pfiffner non lo ritiene necessario. «Gli incidenti mortali sulle piattaforme per i tuffi sono rarissimi; negli ultimi 10-15 anni si contano sulle dita di una mano».

Struttura evacuata e riaperta ieri - Il comune non è in grado di fornire il numero esatto di bagnanti presenti al momento del dramma, ma ha precisato che il picco di affluenza non era stato raggiunto. «Martedì non era una giornata di grande affluenza», ha indicato il municipale responsabile del dicastero dello sport, Thierry Brechbühler, confermando un'informazione di Arcinfo. L'incidente è avvenuto martedì pomeriggio. In seguito la piscina è stata evacuata. La vittima, domiciliata nella regione, che a sua volta si era tuffata dal trampolino, è deceduta sul posto per le gravi ferite riportate. La struttura balneare è poi stata riaperta l'indomani, ossia ieri.

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