Accoltellato e poi licenziato: la battaglia legale dell'ex guardiano


Lo sfogo dell'uomo: «Sono stato abbandonato».
Lo sfogo dell'uomo: «Sono stato abbandonato».
BERNA - Koç, cittadino turco residente in Svizzera, aveva lavorato nell’estate 2024 come guardiano notturno presso il Gurnigelbad, centro d'accoglienza gestito dalla sezione bernese della Croce Rossa Svizzera. Nell’ottobre dello stesso anno, poche settimane dopo l’aggressione subita da parte di un residente di origine curda, ha ricevuto la lettera di licenziamento.
Un centro segnato da problemi e carenze di sicurezza - Il Gurnigelbad, situato in una zona isolata, è stato spesso al centro di polemiche fin dalla sua apertura. Secondo le testimonianze, nel tempo si sono verificati problemi di topi, casi di scabbia, guasti ai riscaldamenti, settimane senza acqua calda, oltre a episodi di droga e violenza. «A tratti regnava l'anarchia», ha raccontato un residente a 20 Minuten. La polizia avrebbe più volte consigliato di ricorrere a un servizio di sicurezza, ma, stando a quanto riporta l'ex guardiano, la raccomandazione non sarebbe mai stata seguita.
Dalla lite all'aggressione - Koç iniziò il lavoro nel luglio 2024, senza alcuna formazione specifica e, secondo il suo racconto, si trovò spesso a gestire da solo fino a 200 ospiti. Il 22 agosto 2024, durante un’uscita insieme ad altri ospiti e a un collega, Koç ebbe un’accesa discussione con un uomo di origine curda. Secondo i testimoni, Aras era sotto l’effetto di droghe e mostrava risentimento verso di lui. Nel centro, lo stesso Aras diffuse la voce che Koç avesse insultato i curdi e il PKK. «Assurdo, alcuni dei miei migliori amici sono curdi», ha replicato Koç. Il tribunale ha ritenuto infondate le accuse, escludendo qualsiasi corresponsabilità dell’ex guardiano.
L'accoltellamento - Poche ore dopo, Aras avrebbe minacciato Koç dicendogli: «Oggi tocca a te». La polizia gli consigliò di non presentarsi al turno, ma lui decise comunque di farlo, «per senso del dovere». La sera del 23 agosto, intorno alle 21.10, l’aggressore lo colpì due volte al fianco sinistro con un coltello, davanti all’ingresso del centro.
Il licenziamento e la battaglia legale - Poche settimane dopo l’aggressione, la CRS licenziò Koç. Una motivazione scritta arrivò soltanto dopo l’intervento della sua avvocata: l’organizzazione gli contestava la violazione del “corretto rapporto di vicinanza-distanza” con i residenti e il coinvolgimento in “temi politici”. «Questo conflitto, che ha portato al violento accoltellamento, rappresentava un grave rischio per la sicurezza di tutti», si legge nella lettera di licenziamento. Per Koç, si tratta di una “inversione dei ruoli” che lo trasforma da vittima a colpevole: «Mi hanno abbandonato per coprire i problemi del Gurnigelbad».