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SVIZZERA

«Vietiamo il velo nelle scuole». «Allora si dovrebbe fare anche con kippah e crocifisso»

Il caso del Canton San Gallo scatena il dibattito. Il comitato che ha lanciato l'iniziativa per il divieto della dissimulazione del volto è pronto a una nuova consultazione popolare
Depositphotos (YGphoto)
«Vietiamo il velo nelle scuole». «Allora si dovrebbe fare anche con kippah e crocifisso»
Il caso del Canton San Gallo scatena il dibattito. Il comitato che ha lanciato l'iniziativa per il divieto della dissimulazione del volto è pronto a una nuova consultazione popolare

BERNA - Dopo il caso della maestra che non è stata assunta dal comune di Eschenbach perché porta il velo, il comitato che ha promosso la legge, ora in vigore, per il divieto la dissimulazione del volto, è pronto a una nuova iniziativa popolare per estendere la misura a scuole e università. Un esperto non la pensa allo stesso modo.

«Ho fatto richiesta a Zurigo» - La vicenda sangallese ha scatenato una serie di reazioni, alcune favorevoli e altre contrarie alla scelta del comune, dettata dalle proteste di vari genitori alla notizia che la giovane donna avrebbe portato il velo in classe. Lei, pur definendosi triste, ha detto di aver richiesto un posto nel Canton Zurigo, dove a suo avviso «sono più avanti sul piano sociale» e ha ribadito che «secondo me, dovremmo aver raggiunto un punto nella società in cui la diversità è percepita come qualcosa di positivo». Durante uno stage nel Canton Turgovia ha indossato il velo senza incontrare problemi.

«Bisogna fidarsi al 100%» - Ma non tutti la pensano come lei. Una mamma di Eschenbach, per esempio, ha affermato che «non siamo affatto razzisti. Ma esistono differenze culturali e, quando si affida il proprio figlio a qualcuno, bisogna potersi fidare al 100%».

La posizione di chi vuole il divieto - L'UDC avrebbe già chiesto di vietare il velo alle insegnanti: per il consigliere nazionale Thomas Knutti «chi non vuole mostrare il proprio volto, ha qualcosa da nascondere. Questo non è compatibile con i nostri valori». E ora anche il Comitato di Egerkingen, "padre" dell'iniziativa che ha portato al divieto attualmente in vigore, valuta il lancio di una iniziativa popolare. Vorrebbe andare anche oltre la richiesta democentrista, puntando a estendere la misura anche alle alunne.

La posizione dei musulmani - «Discriminazione è quando l’identità religiosa viene vista come un difetto. Vietare il velo significa usare due pesi e due misure», ha fatto sapere dal canto suo la Federazione delle Organizzazioni Islamiche della Svizzera.

L'esperto: «Non c'è un interesse pubblico» - Dal punto di vista della legge, spiega Markus Schefer, esperto di diritto pubblico all’Università di Basilea, le scuole possono vietare il velo alle insegnanti ma non alle alunne. Solo in ambito di formazione professionale e nelle due Scuole politecniche federali (ETH), la Confederazione avrebbe competenza per imporre un divieto. Non vede di buon occhio una possibile estensione della misura alle scuole, anche a fronte di una iniziativa popolare che potrebbe avere il favore della popolazione, perché violerebbe la libertà religiosa e di coscienza. «L’ostilità verso l’Islam non è un motivo di interesse pubblico, per cui mancherebbero le basi». E ha aggiunto che «se si vieta il velo, allora bisognerebbe vietare anche la kippah e il crocifisso». In merito, Knutti ha replicato che bisognerebbe decidere caso per caso.

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