Buone notizie: nel 2026 l'elettricità costerà meno

Emerge da un sondaggio condotto da AES. In media si pagheranno 29,6 centesimi al chilowattora
BERNA - Dopo la crisi energetica che aveva spaventato aziende e privati, incidendo su conti e bilanci, nel 2026 i prezzi dell'energia in Svizzera dovrebbero scendere per il secondo anno consecutivo. Le tariffe verranno comunicate ufficialmente solo a settembre, ma stando a un sondaggio condotto da AES (Associazione delle aziende elettriche svizzere), diminuiranno del 3-4% per tutte le categorie di clienti.
Chi ha risposto - Sono state contattate 318 aziende, le risposte sono state 68, con 25 aziende che hanno comunicato le possibili cifre per il prossimo anno e 43 che hanno risposto in modo qualitativo. Il campione è rappresentativo: chi ha scelto di dare dei numeri produce complessivamente una quantità di energia elettrica pari a 31'830 GWh all'anno, il 55% del consumo finale del 2024. Da tutti emerge una tendenza a una riduzione e stando al sondaggio la cifra media per i clienti domestici H4 (quindi una famiglia media in una casa unifamiliare con riscaldamento non elettrico, ad esempio a gas o pellet) delle aziende partecipanti sarà il prossimo anno di 29,6 centesimi/kWh, rispetto ai 30,5 centesimi/kWh del 2025.
Salgono i costi di rete - Rispetto al 2024 però quest'anno si nota un aumento dei costi di rete, influenzati dai costi sostenuti per la riserva energetica, che sono saliti da 0,23 centesimi/kWh a 0,41 centesimi/kWh, per la manutenzione e l'ampliamento della rete.
Il ruolo delle energie rinnovabili - In fase di commento, viene sottolineato come sviluppare le energie rinnovabili sia fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici ma come al contempo comporti delle spese, dovute alla necessità di avere reti più flessibili e stabili. In merito, le aziende interpellate appaiono virtuose: se la nuova legge dice che almeno il 20% dell'elettricità necessaria per l'approvvigionamento di base deve provenire da energie rinnovabili prodotte in impianti situati sul territorio svizzero, oltre la metà di loro afferma di puntare a una quota superiore al minimo.
L'impatto della nuova legge - A proposito della nuova legge sull'approvvigionamento elettrico, entrata in vigore a inizio 2025, il 57% non ha avuto bisogno di modifiche delle proprie strategie per adeguarvisi, mentre solo il 30% ha dichiarato di averlo dovuto fare. Al contempo, il 75% delle aziende desidera destinare più di quanto richiesto nella legge, ovvero il 50% della produzione propria, all'approvvigionamento di base.
Si acquista con largo anticipo - Il sondaggio ha anche chiesto quali strategie vengono adottate in fase di acquisto dell'energia. Il 70% delle aziende che ha risposto ha spiegato che sceglie di comprarla con 2-3 anni di anticipo, il 25% ha un piano combinato tra medio e breve termine e solo il 2% acquista con al massimo un anno di anticipo.
I prezzi definitivi a inizio settembre - Per il momento si tratta di stime. I 600 fornitori di base dovranno comunicare i prezzi per il 2026 entro la fine di agosto ai propri clienti e alla Commissione federale dell'energia elettrica, la quale li renderà pubblici all'inizio di settembre. Sicuramente, però, quanto emerso dal sondaggio fa ben sperare.