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Morto dopo l'arresto, la famiglia chiede trasparenza. «Un nuovo caso Floyd»

Il decesso del 39enne sarebbe da attribuire a un uso eccessivo e brutale della forza da parte degli agenti
20min/Sébastien Anex
Fonte New Mail Nigeria
Morto dopo l'arresto, la famiglia chiede trasparenza. «Un nuovo caso Floyd»
Il decesso del 39enne sarebbe da attribuire a un uso eccessivo e brutale della forza da parte degli agenti

LOSANNA - Un'inchiesta che permetta di chiarire cos'è accaduto in quel commissariato di polizia a Losanna lo scorso 25 maggio. La chiede la famiglia del 39enne nigeriano, il cui caso ha scatenato accese proteste nella città vodese.

I parenti dell'uomo, originario dello Stato di Anambra, ritengono che il loro congiunto sia stato sottoposto a un uso eccessivo e brutale della forza da parte degli agenti losannesi, in circostanze che potrebbero ricordare il caso di George Floyd negli Stati Uniti. L'avvocato Ifeany Ejiofor ha inviato un documento all'ambasciatore svizzero in Nigeria e alla Commissione per la diaspora nigeriana, nel quale si legge che la morte del 39enne sarebbe da attribuire all'operato dei poliziotti che, trattenendolo con violenza, ne avrebbero provocato l'asfissia mortale.

Il legale lamenta la mancanza di trasparenza da parte degli inquirenti elvetici. «Il continuo silenzio e l'apparente disprezzo per la sacralità della vita umana e del giusto processo in questo caso costituiscono una grave violazione degli obblighi internazionali in materia di diritti umani, in particolare quelli sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, di cui la Svizzera è firmataria», ha affermato Ejiofor.

La richiesta è semplice: la famiglia vuole «un'indagine immediata e trasparente. L'ambasciata dovrebbe collaborare urgentemente con le autorità federali e cantonali svizzere per avviare, o garantire, un'indagine indipendente, approfondita e trasparente sulle circostanze della morte, inclusa l'identificazione e il perseguimento di tutti gli ufficiali coinvolti».

L'avvocato aggiunge: «Il governo svizzero dovrebbe assumersi la responsabilità di questa tragica perdita e fornire un pieno risarcimento alla famiglia in lutto, non solo per il trauma emotivo e psicologico, ma anche per l'ingiusta interruzione di una vita giovane e promettente. Bisogna prestare assistenza per il dignitoso rimpatrio delle spoglie di Ekemezie in Nigeria e fornire sostegno finanziario per le sue esequie come gesto umanitario e riconoscimento di responsabilità».

La vittima aveva vissuto in Svizzera per oltre un decennio, «lavorando duramente come molti altri alla ricerca di una vita migliore». La sua esistenza si è però conclusa il 25 maggio. «Le immagini provenienti da Losanna mostrano anche Michael, ammanettato e immobilizzato a faccia in giù da un agente che ha usato una forza brutale che si è rivelata fatale. La sua sofferenza era visibile. La sua vita avrebbe potuto essere salvata. Ma è stato lasciato lì: ignorato, inascoltato, infine senza vita. Non è stato fatto alcun tentativo di aiutarlo. È stato sottoposto a una forza letale che alla fine lo ha portato alla morte» aggiunge l'avvocato.

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