Il "seviziatore di bambini" è morto suicida in carcere

René Osterwalder aveva 70 anni. La sua storia fece scorrere fiumi d'inchiostro. Ha messo fine alla sua vita con il suicidio assistito.
ZURIGO - È morto René Osterwalder, noto alle cronache durante gli anni novanta come "il seviziatore di bambini". La notizia della sua morte è stata data da un ex detenuto ed è stata pubblicata oggi sul portale 20 Minuten, notizia che è stata confermata in giornata dalla Direzione della Giustizia e degli Affari interni del cantone di Zurigo.
René Osterwalder, padre di tre figli, era stato condannato nel 1998 a 17 anni di reclusione nel carcere di Pöschwies di Regensdorf (ZH) - sospesi in favore dell'internamento a tempo indeterminato, poi diventato un internamento ordinario - per aver seviziato con la corrente elettrica, aghi e percosse due neonate e abusato ripetutamente di un bambino di 12 anni. Il suo caso fece discutere molto negli anni '90, sia in occasione dell'arresto avvenuto nel 1993 in Olanda, sia durante l'estradizione e il processo.
La morte è avvenuta il 16 aprile 2025 tramite suicidio assistito. Il diritto all'autodeterminazione, garantito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e dalla Costituzione federale, comprende anche il diritto di ogni persona sana di mente di scegliere liberamente il modo e il momento della propria morte. Questo diritto all'autodeterminazione si applica anche alle persone detenute. Chi ne fa richiesta deve rivolgersi a un'organizzazione di assistenza al suicidio, che dovrà verificare, secondo le proprie linee guida, se tutti i requisiti per la morte assistita sono soddisfatti e garantire che la procedura venga eseguita correttamente e nel rispetto del quadro giuridico.
Come detto la storia di René Osterwalder ha occupato per molto tempo le prime pagine dei giornali d'oltregottardo. La vicenda vice coinvolta anche la sua fidanzata dell'epoca, la quale era parzialmente presente nell'appartamento in cui venivano commesse le sevizie, ed era quindi a conoscenza delle aggressioni. La donna è stata condannata a quattro anni di prigione. Di lei non si sa più nulla, dato che grazie alle forti pressioni del suo avvocato e della sua ricca famiglia, il suo nome non è stato mai reso pubblico.