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ZURIGO

Cani rapiti e riscatto milionario, dietro tutto c'era il compagno

L'uomo, conosciuto su Instagram, aveva architettato il piano criminale assieme e un 38enne polacco. Ora sono in carcere
20Minuten
Cani rapiti e riscatto milionario, dietro tutto c'era il compagno
L'uomo, conosciuto su Instagram, aveva architettato il piano criminale assieme e un 38enne polacco. Ora sono in carcere
ZURIGO - Rolf Wegmüller, di Schlieren (ZH), è stato vittima di un perfido ricatto: i suoi due Bolonka di quasi nove anni, Qamar e Quentin, sono stati rapiti dal suo appartamento due settimane fa. I rapitori gli hanno chiesto un riscatto di un milio...

ZURIGO - Rolf Wegmüller, di Schlieren (ZH), è stato vittima di un perfido ricatto: i suoi due Bolonka di quasi nove anni, Qamar e Quentin, sono stati rapiti dal suo appartamento due settimane fa.

I rapitori gli hanno chiesto un riscatto di un milione di franchi. Fortunatamente, come noto, la vicenda ha avuto un lieto fine. Le indagini hanno portato all'arresto di un norvegese di 30 anni, che si trovava a Zurigo, e di un uomo di 38 anni in Polonia. E naturalmente i cani hanno potuto far ritorno alla loro abitazione.

Cosa sia accaduto nel dettaglio lo racconta lo stesso Wegmüller a 20 Minuten: «Ero in preda al panico, mi sentivo completamente perso». L'uomo ricorda il momento in cui ha trovato la richiesta di riscatto, in una lettera lasciata nel suo appartamento. Il suo partner, K., era appena rientrato dalla Norvegia. «Siamo corsi fuori, ma sono crollato sulle scale».

Sarebbe stato proprio il compagno, però, ad aver architettato il tutto. I due si erano conosciuti circa un anno fa tramite Instagram. «Mi scrisse che gli piacevo e che veniva spesso a Zurigo per lavoro». I due iniziano a vedersi regolarmente e parlano al telefono ogni giorno. «Ho pensato davvero che potesse trattarsi di qualcosa di serio», racconta Wegmüller, single da diversi anni. «Non desideravo altro che avere finalmente qualcuno al mio fianco».

K., in poco tempo, è riuscito a conquistarlo: «Ero totalmente innamorato. Nonostante la differenza d'età di quasi 30 anni, andavamo molto d'accordo».

Un rapimento premeditato - Solo ora ha scoperto che K. era in compagnia di un uomo polacco e che aveva pianificato il rapimento con largo anticipo. «Sapevano benissimo che ho un legame molto forte con i miei cani. Se avessi avuto un milione di franchi in casa li avrei dati immediatamente al rapitore».

Il giorno dopo la scomparsa dei cani, gli autori, all'epoca ancora ignoti, avevano inizialmente chiesto tramite SMS a Wegmüller di portare 250.000 franchi a Stoccarda. «Ma la polizia mi ha fermato», prosegue.

«Quando ho chiesto un segno di vita di Qamar e Quentin, il rapitore ha minacciato di inviarmi una foto con le loro teste mozzate. Ma poi mi ha mandato la foto dei miei cani con il cartello di una città al confine con la Polonia». Il giorno dopo K. partiva dicendo di dover raggiungere la madre, ricoverata in ospedale. «Quando l'ho chiamata, però, ho scoperto che non era vero».

Solo allora si è reso conto di essere stato ingannato: «Mi sono sentito mancare la terra da sotto i piedi».

Qualche giorno fa ha poi appreso dalla polizia che K. era stato arrestato all'aeroporto di Zurigo, mentre le autorità polacche avevano arrestato il complice in Polonia recuperando i cani. «Venerdì sono andato lì con mio fratello a riprendere Qamar e Quentin».

Il danno emotivo rimane - Il trattamento subito ha lasciato il segno: «Mi dispiace che K. abbia rovinato la sua vita all'età di 30 anni, ma non posso perdonargli il fatto di essere stato torturato in questo modo».

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