Militari ostacolati sul lavoro: Süssli e Moser chiedono più sostegno dalle aziende

L’esercito svizzero e l’Unione degli imprenditori chiedono più sostegno ai lavoratori che prestano servizio militare.
BERNA - Il capo dell’esercito svizzero, Thomas Süssli, e il presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI), Severin Moser, lanciano un appello congiunto all’economia: più comprensione e più sostegno verso chi presta servizio militare.
In una lettera aperta firmata questa settimana, i due sottolineano l’importanza di permettere ai cittadini in uniforme di assolvere i propri obblighi senza timori di perdere il posto o subire svantaggi professionali. L’iniziativa arriva dopo che diversi militari avevano raccontato, attraverso i media, difficoltà con i datori di lavoro legate alle scuole reclute o ai corsi di ripetizione.
Un problema reale, emerso dalle testimonianze - Tutto è iniziato da un articolo online che denunciava i casi di giovani militari ostacolati sul lavoro. Il generale Süssli ha reagito pubblicamente, invitando via social i diretti interessati a contattarlo. Circa ottanta persone hanno risposto, raccontando di pressioni o incomprensioni da parte delle aziende. «La sicurezza è un pilastro della prosperità del nostro Paese», ricordano ora Süssli e Moser. «Senza un esercito efficiente, non può esserci stabilità economica».
Una situazione win-win - Nel documento, i due sottolineano che la partecipazione al servizio militare non è solo un dovere civico, ma anche un’opportunità per il mondo del lavoro. Durante la formazione militare, infatti, i partecipanti sviluppano disciplina, capacità di leadership, resistenza allo stress e competenze nella gestione delle crisi – tutte qualità molto apprezzate in ambito professionale. Sostenere i collaboratori che servono nell’esercito, sostengono Süssli e Moser, è dunque “una situazione win-win”: le imprese contribuiscono alla sicurezza nazionale e, in cambio, ricevono collaboratori più formati e resilienti.
Un messaggio di collaborazione - Con questa iniziativa congiunta, l’esercito e l’Unione degli imprenditori auspicano una maggiore collaborazione tra istituzioni e settore privato, nel rispetto del modello di milizia che da sempre caratterizza la Svizzera.









