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Rifiutata la libertà condizionale a un pedofilo

L'uomo era stato condannato a novembre 2020 a una pena di oltre due anni per pornografia ripetuta e altre infrazioni, pena accompagnata da una misura d'internamento.
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Fonte ATS
Rifiutata la libertà condizionale a un pedofilo
L'uomo era stato condannato a novembre 2020 a una pena di oltre due anni per pornografia ripetuta e altre infrazioni, pena accompagnata da una misura d'internamento.

LOSANNA - Un sessantenne condannato per pedofilia si è visto rifiutare la libertà condizionale dalla sua misura d'internamento. Il Tribunale federale (TF) ha infatti confermato la decisione del Tribunale cantonale bernese, valutando troppo alto il rischio di recidiva.

L'uomo era stato condannato a novembre 2020 dalla Corte d'appello del Canton Basilea Città a una pena di 27 mesi per pornografia ripetuta e altre infrazioni, pena accompagnata da una misura d'internamento. Quest'ultima, secondo quanto riportato nella sentenza del TF pubblicata oggi, viene eseguita nel Canton Berna.

Già nel 2008 il sessantenne era stato riconosciuto colpevole dal Tribunale cantonale bernese di ripetuti atti sessuali con fanciulli, di coazione sessuale, di molestie sessuali e di pornografia.

Le autorità bernesi di esecuzione delle pene, e poi la giustizia hanno giustamente respinto la sua richiesta di libertà condizionale, valuta il TF. Una perizia psichiatrica ha diagnosticato al detenuto una pedofilia omosessuale, così come un disturbo narcisistico della personalità con dei tratti antisociali.

Il rischio di recidiva per reati della stessa natura viene dunque giudicato elevato, anche perché il soggetto ha accettato di seguire una terapia soltanto per pochi mesi. Secondo i giudici di Mon Repos, il fatto che la perizia risalga a cinque anni fa non pone alcun problema, siccome nel frattempo l'uomo non ha mostrato nessun progresso terapeutico.

L'assenza di una prospettiva di liberazione si deve, secondo i giudici, alla mancanza di collaborazione dell'uomo stesso. Degli allentamenti del regime d'esecuzione non sono possibili senza dei miglioramenti terapeutici, ragione per cui, concludono i giudici, la misura d'internamento rimane proporzionata.

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