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SVIZZERA

Piuttosto criticata la tassa sui veicoli elettrici

I partiti e i gruppi di interesse si esprimono sulla volontà annunciata oggi dal Consiglio federale.
Depositphotos (JureDivich)
Fonte Ats ans
Piuttosto criticata la tassa sui veicoli elettrici
I partiti e i gruppi di interesse si esprimono sulla volontà annunciata oggi dal Consiglio federale.

BERNA - La volontà di tassare i veicoli elettrici a partire dal 2030, annunciata oggi dal Consiglio federale, ha scatenato reazioni contrastanti. Più critici PVL, auto-schweiz/auto-suisse e Associazione traffico e ambiente (ATA), mentre tendenzialmente più favorevole il Touring Club Svizzero (TCS).

Secondo i Verdi liberali il Consiglio federale sta prendendo la «direzione sbagliata per il futuro della mobilità in Svizzera», si legge in un comunicato. Il partito riconosce che anche i possessori di veicoli elettrici debbano partecipare al finanziamento dell'infrastruttura viaria, ma sostiene che questa decisione complichi l'acquisto di un tale mezzo e che una tassa del genere vada introdotta soltanto se la situazione finanziaria lo richiedesse.

«Al posto di favorire indirettamente la benzina e il diesel, il nostro governo dovrebbe finalmente accelerare lo sviluppo dell'infrastruttura di ricarica», sostiene la consigliera nazionale Barbara Schaffner (ZH), citata nella nota.

In conclusione «il supplemento fiscale è mal progettato» e pertanto il PVL lo rifiuta categoricamente.

«Obiettivi climatici compromessi» - L'Associazione svizzera importatori di automobili, auto-schweiz/auto-suisse, nel suo comunicato, critica a sua volta la proposta del Consiglio federale ritenendo che «comprometterebbe la realizzazione degli obiettivi climatici». Sottolinea inoltre come già oggi gli automobilisti contribuiscano in maniera superiore rispetto ai costi che generano.

L'associazione considera controproducente inserire una tassa analoga a quella sugli oli minerali già tra cinque anni, vista la stagnazione delle vendite di veicoli elettrici.

«Non intralciare la transizione» - Per l'ATA l'elettrificazione dei trasporti è «indispensabile» e va inserita in un quadro politico intelligente. «Il finanziamento dev'essere strutturato sul principio 'chi inquina paga'», secondo il responsabile della politica dei trasporti e delle campagne ATA Martin Winder, citato nel comunicato dell'associazione. I veicoli elettrici «devono partecipare al finanziamento della rete stradale, ma la tassa dev'essere studiata in modo da non intralciare la transizione verso una mobilità priva di energia fossile».

Per questo l'ATA sosterrà un'introduzione progressiva del contributo, possibilmente legato a misure previste dalla legge sul CO2, in modo che la Svizzera possa dare il suo contributo agli accordi sul clima di Parigi.

«No a entrate supplementari» - Dal canto suo, il TCS si dice favorevole al principio che tutti i veicoli dotati di un motore partecipino ai costi infrastrutturali, ma con un paio di precisazioni.

In primis la Confederazione non deve ottenere guadagni supplementari da questa tassa, ma soltanto compensare le mancate entrate dell'imposta sugli oli minerali e relativo supplemento. Inoltre la sua introduzione non deve penalizzare il passaggio a una mobilità elettrica e deve avvenire su un periodo sufficientemente lungo da permettere a gestori di stazioni di ricarica, settore elettrico e proprietari di auto elettriche di adattarsi.

Infine si chiede che la chiave di riparto del Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA) non venga modificata.

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