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SVIZZERA

Quel documento sulla Palestina che Berna nasconde

Il Dipartimento degli affari esteri ha chiesto uno studio per valutare il possibile riconoscimento dello Stato di Palestina. «La sua divulgazione comprometterebbe la Svizzera»
Ti-Press / Francesca Agosta
Fonte Blick
Quel documento sulla Palestina che Berna nasconde
Il Dipartimento degli affari esteri ha chiesto uno studio per valutare il possibile riconoscimento dello Stato di Palestina. «La sua divulgazione comprometterebbe la Svizzera»

BERNA - Se in Piazza federale a Berna lo sciopero della fame dei medici non si ferma, all'interno del Palazzo regna ancora la diplomazia. 

Già, perché se alcuni Stati si sono smarcati dalle posizioni prudenti di buona parte dei paesi europei, Berna ha mostrato, fin dall’inizio del conflitto, un’attitudine ponderata sul massacro di bambini e civili che avviene in Medio Oriente.

Per vederci chiaro, il capo del Dipartimento degli affari esteri (Dfae) Ignazio Cassis, contestato venerdì sera durante una manifestazione pro Palestina a Bellinzona, ha chiesto uno studio, dal punto di vista del diritto internazionale, per un possibile riconoscimento della Palestina.

Secondo quanto trapelato da Palazzo, e pubblicato questa mattina sul Blick, la perizia è stata affidata alla Direzione del diritto internazionale pubblico del Dfae che ha completato il suo incarico lo scorso 10 giugno.

In virtù della legge sulla trasparenza, i colleghi del Blick hanno chiesto di poter consultare il documento, ma Berna ha risposto picche. Il documento rimane sotto chiave.

Il motivo? «La divulgazione del documento comprometterebbe significativamente gli interessi in politica estera della Svizzera». E ancora: «È cruciale che il rapporto di fiducia tra la Confederazione e tutte le parti coinvolte nel conflitto non venga compromesso».

Ma non è tutto. Nel motivare la sua decisione il Dfae si è appellato a un altro argomento: la protezione della libertà di opinione e di decisione del Consiglio federale. Argomenti che non hanno convinto il Blick che ha già presentato una richiesta di conciliazione presso l’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (Ifpdt).

Dati alla mano, non sono tanti gli altri paesi che mostrano un’attitudine così prudente verso la questione palestinese. Nel resto del mondo, infatti, circa 150 Stati hanno già riconosciuto ufficialmente la Palestina come Stato.

In occasione di una conferenza delle Nazioni Unite tenutasi a luglio, Monika Schmutz Kirgöz, responsabile della divisione Medio Oriente e Nord Africa del DFAE, ha riassunto così la posizione di Berna: «Per la Svizzera, il riconoscimento bilaterale della Palestina deve avvenire nel quadro della prospettiva di una pace duratura basata sulla soluzione dei due Stati». Ciò potrebbe essere preso in considerazione se fossero state avviate «misure concrete a favore di questa soluzione».

Per la Confederazione è quindi necessaria innanzitutto una soluzione di pace globale. Prospettive che, ora come ora, sembrano tutt'altro che vicine.

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