L'allarme: le case non bastano, e meno di un affitto su due è accessibile

Lo studio dell'Ufficio federale delle abitazioni: comprare casa è sempre più un miraggio e i canoni di locazione impennano. E difficilmente le cose cambieranno presto.
BERNA - Una «situazione tesa» dalla quale «non si intravede alcun rapido miglioramento della situazione». È questo il ritratto a tinte fosche tratteggiato dall'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB) riguardo al mercato dell'alloggio in Svizzera, in forte affanno.
Secondo Berna «è già prevedibile che nei prossimi due anni l’attività edilizia non riuscirà a tenere il passo con la crescita delle economie domestiche», questo si rifletterà negativamente sulle «famiglie a basso reddito e quelle del ceto medio inferiore» le quali «sono particolarmente colpite da questo evidente peggioramento».
L'aumentata pressione abitativa, rincara la dose l'UFAB, non risparmia nemmeno le regioni montane.
Per quanto riguarda invece il costo degli alloggi - anche tenendo conto della carenza di cui sopra - «per molti nuovi potenziali acquirenti l’obiettivo di diventare proprietari si allontana sempre di più».
Questo si traduce in un'ulteriore pressione sul mercato della locazione: «Soprattutto per le persone con un potere d'acquisto medio-basso, ossia circa l’80 per cento degli inquilini», continua Berna.
Sotto quest’ottica, la situazione appare un po’ meno preoccupante: «Esiste un certo equilibrio tra questi nuclei familiari e gli appartamenti in affitto: circa l’80 per cento degli alloggi locati presenta un canone abbordabile. Tuttavia, questo non vale per i centri urbani di Ginevra, Losanna, Basilea, Lucerna e Zurigo».
Un'altra questione sfortunata riguarda l'effettivo potere d'acquisto: «Per l’80 per cento degli inquilini con un potere d’acquisto medio-basso, solo il 40 per cento degli immobili offerti presenta prezzi accessibili. La scarsità varia a seconda della regione».
«La situazione dell’intero parco immobiliare non è ancora allarmante, ma gli indizi di un peggioramento sono tangibili, soprattutto tra le persone a basso reddito. La percentuale di famiglie in affitto con costi abitativi superiori al budget è aumentata dal 2,6 per cento nel 2022 al 2,8 per cento nel 2023; tuttavia, la quota è ancora inferiore al livello del 2018», aggiunge l'UFAB.
Ma l'orizzonte, come già anticipato, resta fosco: «È lecito credere che non ci sarà alcun miglioramento sul fronte dell’offerta, quindi è probabile che questa tendenza prosegua. Continua a crescere anche la differenza tra i canoni di locazione dei contratti in essere e i nuovi canoni attualmente richiesti sul mercato».

