Un pieno d’acqua al posto del gasolio: «Non succede solo in Italia»


L'ambasciatore italiano commenta la recente disavventura avvenuta a un automobilista svizzero in provincia di Venezia: «Si tratta di casi isolati».
L'ambasciatore italiano commenta la recente disavventura avvenuta a un automobilista svizzero in provincia di Venezia: «Si tratta di casi isolati».
VENEZIA - «Non ero a conoscenza di questo caso, ma sono incidenti estremamente rari. Non si tratta di frode». Così l’ambasciatore italiano in Svizzera Gian Lorenzo Cornado ha commentato, a 20Minuten, la disavventura capitata a un automobilista svizzero presso una pompa di benzina in provincia di Venezia.
Il 36enne, dopo aver fatto il pieno all’auto di quello che pensava fosse gasolio, si è infatti ritrovato il serbatoio pieno d’acqua e una fattura da 1’200 euro per le riparazioni.
L’incidente ha fatto subito discutere, soprattutto tra i tanti turisti svizzeri che ogni estate si recano in ferie nella vicina penisola. Cornado ci tiene però a contraddire la tesi secondo la quale i viaggiatori vengono truffati sistematicamente. «Ogni anno quasi 100 milioni di persone provenienti da tutto il mondo giungono in Italia, tra cui due milioni dalla Svizzera. I casi di frode sono estremamente rari».
D’altronde anche in Svizzera si sono verificati episodi simili. «Non è un fenomeno esclusivamente italiano», ha concluso l’ambasciatore.
Insomma, non sempre si tratta di truffa. Per fare chiarezza sulle possibili cause del problema 20Minuten ha chiesto spiegazioni a un ex lavoratore portuale dello scalo a Basilea. «L'acqua in effetti può penetrare nel carburante già nelle prime fasi della catena di distribuzione. Il trasporto è la fase più delicata».
«Quando le navi si abbassano nell'acqua durante il rifornimento, lo scafo si raffredda e con esso anche l'aria nel serbatoio. Noi controlliamo, con dei sensori, la presenza d'acqua nelle cisterne. Nel caso il carico veniva rifiutato».
Ma non è tutto. «Se i controlli non vengono effettuati con attenzione, l'acqua può accumularsi nel serbatoio di carico senza essere notata». L’ex lavoratore sostiene quindi che la negligenza dei controllori sia più plausibile dell'intenzionalità.
Rimane da chiarire se la stazione di servizio Esso Fratta Sud, di Portogruaro, sia effettivamente responsabile o se l'acqua fosse già presente nel diesel. Contattata da 20 Minuten, Esso Italia ha negato ogni responsabilità, sottolineando che le stazioni di servizio sono di proprietà di società terze. Queste società «gestiscono le vendite in modo indipendente tramite i propri gestori».
Pertanto, solo il gestore può rispondere alle domande sull'incidente. Tuttavia, i tentativi di contattare telefonicamente la stazione di servizio utilizzando il numero indicato su Google si sono rivelati un vicolo cieco: il numero non esiste.