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SVIZZERA

Educazione dei figli: basta con sberle e sculacciate

È quanto vuole il Consiglio degli Stati che, dopo il Nazionale, ha approvato una modifica del Codice civile. Nei Paesi che hanno adottato legislazioni simili, il fenomeno della violenza in famiglia è calato sensibilmente.
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Fonte ats
Educazione dei figli: basta con sberle e sculacciate
È quanto vuole il Consiglio degli Stati che, dopo il Nazionale, ha approvato una modifica del Codice civile. Nei Paesi che hanno adottato legislazioni simili, il fenomeno della violenza in famiglia è calato sensibilmente.

BERNA - Sberle, sculacciate, minacce e umiliazioni non dovrebbero più far parte dell'armamentario educativo dei genitori.

È quanto pensa il Consiglio degli Stati che, dopo il Nazionale nel maggio scorso, ha approvato oggi una modifica del Codice civile (CC) in tal senso per 33 voti a 4 e 7 astensioni. Il dossier è pronto per le votazioni finali.

Concretamente, il progetto governativo, che realizza una mozione accolta dal Parlamento, prevede all'articolo 302 che i genitori debbano educare il figlio «senza ricorrere alla violenza, segnatamente senza punizioni corporali né maltrattamenti degradanti». Inoltre, in caso di difficoltà educative, i genitori possono rivolgersi «insieme o separatamente», a consultori istituiti dai Cantoni.

Con questa aggiunta al Codice civile, ha affermato per la commissione, Heidi Z'Graggen (Centro/UR), si tratta di lanciare un chiaro segnale affinché venga bandita dall'educazione dei bambini ogni forma di violenza - già punita dal Codice penale -, fenomeno quest'ultimo che può compromettere il loro sviluppo futuro. Nei Paesi che hanno adottato legislazioni simili, come la Svezia, il fenomeno della violenza in famiglia è calato sensibilmente nel corso degli anni.

Per la "senatrice" urana, come anche per il consigliere federale Beat Jans presente in aula, il merito di questo progetto risiede soprattutto nell'effetto preventivo, tanto che la legge esplicita chiaramente la possibilità per i genitori di rivolgersi a dei consultori cantonali in caso di problemi. Per quanto attiene ai costi, per la Confederazione si stimano 2,5 milioni di franchi l'anno per cinque anni per la sensibilizzazione al problema, ha aggiunto.

Nel corso del dibattito, Pirmin Schwander (UDC/SZ) ha tentato, invano, di aggiungere esplicitamente nella legge, accanto alla figura dei genitori, anche le istituzioni che si curano del benessere dei bambini. Un po' polemicamente, Schwander ha accennato alla facilità con la quale i figli vengono talvolta tolti ai genitori biologici e ai problemi, anche psicologici, che tale decisione può comportare per i bambini interessati. Ma per la maggioranza, la legge include già, oltre ai genitori, i parenti vicini e anche le istituzioni chiamate a prendersi cura dei più piccoli.

«Una tutela molto importante per loro» - «Dopo oltre 40 anni, i bambini in Svizzera ottengono finalmente una tutela molto importante per loro», è la reazione di Protezione dell’infanzia Svizzera. «L’obiettivo è stato raggiunto dopo oltre 40 anni di impegno politico e sociale. A partire dal 2026, schiaffi, percosse o umiliazioni verbali gravi non saranno più considerati mezzi educativi accettabili, bensì atti di violenza».

«Si pone così fine alla grande incertezza in materia di protezione dell’infanzia», afferma Regula Bernhard Hug, direttrice di Protezione dell’infanzia Svizzera. «Questo è un segnale forte a sostegno dei bambini e dei loro genitori e quindi un grande successo per Protezione dell’infanzia Svizzera».

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