Emergenza crack e fentanyl: la Svizzera però procede alla cieca

Sospeso il monitoraggio delle acque reflue. «C'è un rischio concreto, senza dati perdiamo tempo prezioso
COIRA - Nel parco cittadino, in un tranquillo pomeriggio autunnale, il via vai è incessante. Giovani e meno giovani accendono piccole pipe d’argento, nelle quali scoppiettano sassolini giallastri: è crack, cocaina cucinata con bicarbonato di sodio. L’effetto è immediato e breve.
«I consumi? Tra i più alti del continente» - Queste scene, che a Coira si ripetono ormai con regolarità stando a quanto raccontato dalla NZZ am Sonntag, sono soltanto la punta di un iceberg. La Svizzera e l’Europa sono travolte da un’ondata di cocaina senza precedenti: economica, pura e facilmente reperibile. A Zurigo e Ginevra, secondo l’Agenzia europea delle droghe, i livelli di consumo sono tra i più alti del continente.
L’ombra del fentanyl - Se la diffusione di crack e cocaina preoccupa, lo scenario potrebbe peggiorare ulteriormente. Da tempo gli esperti temono l’arrivo massiccio di sostanze sintetiche come fentanyl e nitazene. Si tratta di oppioidi estremamente potenti. Proprio mentre la minaccia si fa concreta, la Svizzera si trova senza dati aggiornati sul consumo di droghe.
Sospeso il monitoraggio delle acque reflue - Per quattro anni, i ricercatori del Politecnico federale di Zurigo e dell’Università di Losanna hanno analizzato ogni due settimane le acque reflue di dieci impianti di depurazione, monitorando cocaina, crack, eroina e fentanyl. L’indagine copriva circa due milioni di persone, pari a quasi un quarto della popolazione svizzera.
Interrotto per motivi di bilancio - Il progetto è stato interrotto alla fine del 2022 dall'Ufficio federale della sanità pubblica per motivi di bilancio. «La Svizzera rischia di non accorgersi di cambiamenti improvvisi e pericolosi nel mercato illegale delle droghe o dell’emergere di nuove abitudini di consumo», avverte Thilo Beck, specialista in dipendenze a Zurigo. Senza dati, aggiunge, il Paese procede alla cieca e perde tempo prezioso per preparare eventuali misure di prevenzione.
Risparmi che costano caro - Il blocco non riguarda solo il monitoraggio delle droghe. La Confederazione ha sospeso anche uno studio sugli effetti dei pesticidi e delle sostanze chimiche PFAS, che avrebbe coinvolto centinaia di migliaia di volontari. Un progetto dal costo stimato di 12 milioni di franchi all’anno. Eppure, il monitoraggio delle acque reflue richiedeva un investimento di appena 100 mila franchi annui. Una cifra relativamente modesta per uno strumento che gli esperti considerano essenziale. Secondo le parti coinvolte, l’intenzione è riprendere le analisi, ma non è chiaro quando; permangono divergenze contrattuali.
La situazione sul campo - Intanto, nelle città la pressione aumenta. A Coira, il Comune ha deciso di aprire una nuova sala per il consumo controllato, come annuncia il consigliere comunale Patrik Degiacomi. Ma la sensazione è che si tratti solo di misure tampone, in attesa che la Confederazione torni a dotarsi di un sistema di monitoraggio affidabile. «Il fatto che manchino dati proprio ora, mentre la cocaina dilaga, il crack prende piede e il rischio del fentanyl è concreto, è motivo di grande preoccupazione», ribadisce Beck. Ogni settimana senza rilevamenti, avvertono gli esperti, aumenta il rischio che la Svizzera si ritrovi impreparata di fronte a una nuova emergenza sanitaria.