«I salari vanno aumentati del 2,5%»

La richiesta dell'Unione sindacale svizzera che esclude l'influenza dei dazi ai danni dell'economia svizzera
BERNA - L'Unione sindacale svizzera (USS) e le sue consociate richiedono aumenti salariali generalizzati compresi tra il 2 e il 3% per il 2026. La motivazione addotta è che l'economia sta andando bene e il 99% dei lavoratori non è toccato direttamente dai dazi statunitensi.
«L'USS chiede aumenti salariali dal 2% al 2,5% entro il 2026 - ha dichiarato il presidente Pierre-Yves Maillard durante la conferenza stampa odierna a Berna -. Questo per garantire il potere d'acquisto, premiare la crescita della produttività e recuperare i ritardi accumulati negli ultimi anni».
Dal loro punto di vista, è stato sottolineato durante l'incontro, fino ad ora «i dipendenti non hanno goduto sufficientemente dell'aumento del benessere riscontrato negli ultimi dieci anni». Bisogna quindi correre ai ripari: la produttività è aumentata dell'11%, mentre i salari reali in molti settori, al netto dell'inflazione, sono di poco superiori a quelli del 2016.
Le aziende sono quindi in grado di concedere questo aumento generalizzato: in alcuni settori le richieste dei sindacati arrivano fino al 3%. Ciò dovrebbe compensare l'inflazione e attenuare socialmente l'aumento dei premi dell'assicurazione malattia.
Sebbene l'inflazione sia diminuita dopo anni, il potere d'acquisto dei lavoratori rimane secondo i sindacati ancora sotto pressione, non da ultimo anche a causa degli affitti.
Troppi stipendi bassi - Secondo l'USS «è preoccupante che quasi un terzo dei professionisti che hanno completato un apprendistato guadagni meno di 5.000 franchi al mese. Tali stipendi scoraggiano i giovani dall'intraprendere una formazione professionale o dal proseguire la propria professione, aggravando la carenza di manodopera qualificata. Un apprendistato deve essere redditizio», scrive nella nota diffusa.











