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SVIZZERA / AFGHANISTAN

Afghanistan, la Svizzera in prima linea: aiuti mirati per donne e comunità

Bilancio positivo per l'ufficio umanitario svizzero a Kabul, dopo la riapertura avvenuta sei mesi fa
AFP / SANAULLAH SEIAM
Fonte Ats
Afghanistan, la Svizzera in prima linea: aiuti mirati per donne e comunità
Bilancio positivo per l'ufficio umanitario svizzero a Kabul, dopo la riapertura avvenuta sei mesi fa

BERNA / KABUL - A sei mesi dalla riapertura dell'ufficio umanitario svizzero nella capitale afghana Kabul, il suo responsabile stila un bilancio intermedio positivo. La presenza a Kabul consente di rimanere in contatto con tutti gli attori coinvolti e di aiutare in modo mirato la popolazione afghana.

L'ufficio di cooperazione svizzero è stato aperto a metà marzo con l'obiettivo di fornire aiuti mirati alla popolazione in difficoltà. «Ho avuto un'esperienza molto positiva nel monitoraggio dei nostri progetti e programmi», ha dichiarato a Keystone-ATS Eric Marclay, responsabile dell'ufficio svizzero a Kabul.

«Essere presenti sul posto ci permette di conoscere e comprendere meglio la situazione e le esigenze del momento», ha affermato Marclay, a margine della riunione annuale dei capi degli uffici di cooperazione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). «Questo ci permette di indirizzare i fondi e i progetti nel modo più intelligente e pertinente possibile».

Situazione «molto complessa» - Il contributo della Confederazione pone l'accento sull'aiuto umanitario, sul sostegno alla società civile afghana - in particolare alle donne e alle ragazze - come anche sulla sicurezza alimentare nelle zone decentrate. L'ufficio lavora con le comunità agricole per aiutarle a migliorare i sistemi di irrigazione.

«La situazione è molto complessa per la popolazione, ancor più nelle regioni rurali che nelle grandi città», sottolinea il responsabile dell'ufficio di cooperazione. «Abbiamo milioni di persone che tornano dal Pakistan e dall'Iran, le cui vite sono state completamente stravolte e che devono ripartire da zero».

Migliaia di donne aiutate - Aiutare le donne afghane - prime vittime del ritorno al potere dei talebani nell'agosto 2021 - è anche una delle priorità della missione svizzera, che sostiene 140 associazioni attraverso il programma Onu Donne. «Lavoriamo duramente per aiutarle, ad esempio fornendo loro un sostegno psicosociale e socio-economico», spiega Marclay.

Oggi le donne afghane sono ancora private dei loro diritti più fondamentali: «C'è un intero settore che non rientra nelle competenze dell'ufficio umanitario, ma di cui la Svizzera si occupa attraverso altri canali», sottolinea il vallesano.

Secondo Marclay, «la funzione e l'idea principale di un ufficio umanitario è di trovare nicchie, linee guida e canali che ci permettano di fornire assistenza umanitaria diretta», ed è per questo che l'ufficio svizzero lavora con programmi dell'Onu, ma anche con Ong afghane e associazioni femminili della società civile.

«Alcune di queste organizzazioni si occupano di orticoltura, altre di produzione di tappeti, altre ancora hanno centri di formazione. Non siamo coinvolti nell'istruzione nazionale, ma forniamo risposte attraverso queste associazioni, ad esempio con corsi di informatica», spiega Marclay.

In totale, migliaia di ragazze e donne hanno un accesso minimo a una forma di istruzione, sviluppo e sostegno, continua Marclay, e il fatto che delegazioni di diversi Paesi siano coinvolte significa che l'aiuto umanitario può essere moltiplicato, «anche se non offriamo una copertura completa».

Programma ben accolto a livello locale - Secondo il responsabile dell'ufficio svizzero a Kabul, la missione svizzera è ben accolta dal potere in carica: «Non abbiamo restrizioni in senso vero e proprio, né dobbiamo richiedere autorizzazioni ai talebani. E complessivamente sono azioni che funzionano bene», afferma.

Per quanto riguarda i tagli nell'aiuto allo sviluppo deciso recentemente dal Parlamento federale, Marclay sottolinea che non hanno grosse conseguenze sull'ufficio svizzero a Kabul, in quanto il suo budget era già impegnato: «L'impatto c'è, avevamo alcune ambizioni che non realizzeremo nei prossimi mesi, ma nel complesso il nostro budget è abbastanza stabile».

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