Il Consiglio federale e l'app delle polemiche

La nuova iniziativa dell'esecutivo mira a rendere più accessibili le informazioni, ma divide la politica
BERNA - Quando si vota? Qual è la situazione attuale sui dazi statunitensi? Che esito ha avuto il viaggio del Consiglio federale? Queste sono solo alcune delle domande a cui potrà rispondere la nuova app del Consiglio federale, pensata per rendere le informazioni ufficiali più accessibili alla popolazione. L’applicazione mira anche ad assumere «un ruolo chiave nella lotta contro la disinformazione e nella comunicazione durante le situazioni di crisi».
Un'app condivisa… ma anche criticata - Secondo il Consiglio federale, l’iniziativa gode del sostegno della popolazione, come evidenziato da un sondaggio appositamente commissionato. Tuttavia, non mancano le voci critiche. Il politologo ed esperto di media Mark Balsiger, per esempio, mette in guardia: secondo lui, non ci si deve aspettare un’informazione indipendente come quella fornita dai media tradizionali. Inoltre, c'è il timore che la stampa, per mancanza di risorse, «possa finire per riprendere passivamente i contenuti dell’app, senza esercitare sufficiente spirito critico».
I favorevoli: «Utile contro la disinformazione» - Tra i sostenitori del progetto si schierano diversi esponenti dei Verdi e del Partito Socialista. Il consigliere nazionale ecologista Gerhard Andrey approva l’iniziativa, sottolineando l’importanza, per la Confederazione, di dotarsi di strumenti propri e indipendenti nel contesto della digitalizzazione. «È naturale che le informazioni provengano dalla Confederazione: spetta poi a giornalisti e cittadini metterle in discussione».
«Serve anche una vera politica a sostegno del giornalismo» - Sulla stessa linea il consigliere nazionale socialista Jon Pult, che vede l’app come uno strumento importante in tempi di disinformazione. Tuttavia, avverte: «Non basta rendere le informazioni ufficiali più accessibili. Serve anche una vera politica a sostegno del giornalismo».
Tra scetticismo e opposizione - Il consigliere nazionale del Centro, Nicolò Paganini, si dichiara tendenzialmente favorevole: «L’app facilita l’accesso all’informazione e riflette le moderne modalità di comunicazione». Tuttavia, ricorda che anche la Confederazione può commettere errori, come accadde nel caso dell’iniziativa contro la penalizzazione fiscale del matrimonio, quando vennero diffusi dati sbagliati.
«Questa app può e deve essere "fermata"» - Più netto il giudizio del consigliere nazionale dell’UDC, Lars Guggisberg, che boccia completamente il progetto: «Questa app può e deve essere "fermata"». Secondo Guggisberg, sono già troppi i progetti informatici fallimentari della Confederazione. Inoltre, contesta il consumo di risorse, anche se l’amministrazione assicura che non verranno creati nuovi posti di lavoro. «Si amplia ancora l’apparato burocratico – e francamente dubito che i cittadini sentano davvero la mancanza di un’app del Consiglio federale».