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Colloqui di lavoro? Ci pensano mamma e papà

Sempre più genitori si "intromettono" nella ricerca di apprendistato e lavoro al posto dei figli. L'allarme dell'esperto: «È un problema generazionale»
Pexels/CottonbroStudio (immagine simbolica)
Colloqui di lavoro? Ci pensano mamma e papà
Sempre più genitori si "intromettono" nella ricerca di apprendistato e lavoro al posto dei figli. L'allarme dell'esperto: «È un problema generazionale»

BERNA - «Buongiorno, chiamo per l’offerta di tirocinio. Mia figlia sarebbe molto interessata». Comincia così la telefonata ricevuta dalla redazione di 20 Minuten. Dall’altro capo del telefono non c’era la potenziale candidata, bensì il padre.

Mamme e papà al telefono - Non è un caso isolato. Sono sempre di più i genitori che rispondono agli annunci di lavoro facendo le veci dei giovani figli. «Mia madre ha fatto quasi tutto al mio posto - racconta Aurelie - per lei era troppo importante che avessi quel posto».

«Ha inviato al mio posto i curriculum» - Non solo: «Mia mamma ha sistemato il curriculum e lo ha inviato per me, candidandomi a diverse posizioni. Devo dire la verità: la sua ostinazione ha dato i suoi frutti. Ho fatto diversi stage di prova e ho trovato un posto fantastico da apprendista».

La conferma dell'esperto - Sempre più genitori, quindi, intervengono attivamente o si occupano completamente del processo di candidatura dei figli. Lo conferma l’esperto di risorse umane Marc Koller. La sua azienda ha avuto una tirocinante licenziata per comportamento scorretto. Successivamente ha chiamato il padre.

«Visioni diverse» - Secondo l’esperto, l’aumento di questi casi è un «problema generazionale tra genitori e figli. Mentre molti genitori cercano di garantire ai figli il miglior posto di lavoro possibile, la Generazione Z spesso ha una visione diversa del lavoro».

È del tutto legittimo che «i genitori utilizzino la propria rete di contatti per aprire opportunità lavorative ai figli. Ma nel momento in cui mamma e papà iniziano a gestire direttamente il processo di candidatura – per esempio chiamando potenziali datori di lavoro o scrivendo direttamente la lettera di presentazione – si supera un confine ben preciso. Come datore di lavoro ci si chiede spesso: quanto è davvero autonomo il giovane o la giovane?»

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