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SVIZZERA

Donne, migranti e invisibili: ecco chi sono le nuove schiave in Svizzera

I numeri della tratta: sono 201 nel 2024 in Svizzera. Circa il 25% sono uomini. La forma di sfruttamento principale resta quella sessuale.
Donne, migranti e invisibili: ecco chi sono le nuove schiave in Svizzera
Plateforme Traite, Sabine Rock
Fonte Red
Donne, migranti e invisibili: ecco chi sono le nuove schiave in Svizzera
I numeri della tratta: sono 201 nel 2024 in Svizzera. Circa il 25% sono uomini. La forma di sfruttamento principale resta quella sessuale.

BERNA - La tratta di esseri umani è una realtà in Svizzera. A dirlo, nella giornata internazionale contro quella che a tutti gli effetti è una moderna schiavitù, sono le cinque organizzazioni membri della Piattaforma creata per combattere l’attività criminale (– FIZ, ASTRÉE, CSP Ginevra, Antenna MayDay e AVIT)

I dati - Per quanto riguarda i numeri, nel 2024 sono 201 le vittime di tratta. Sono invece 484 quelle accompagnate e a cui è stata fornita consulenza. La grande maggioranza è composta da donne (73%). Più di un quarto sono uomini. Provengono da 54 paesi diversi, in particolare da Nigeria, Colombia e Ungheria. Le forme di sfruttamento principali sono quella sessuale (114), sfruttamento della forza lavoro, istigazione a commettere reati e accattonaggio.

Un'immagine parziale - Le cifre restituiscono un’immagine parziale del fenomeno: l’intercettazione di chi ha bisogno di protezione dipende molto dalla presenza di servizi specializzati sul territorio, dal livello di sensibilizzazione dei servizi e delle istituzioni competenti nonché dai settori del mercato del lavoro sottoposti a controllo.

Il problema del coordinamento fra cantoni e Confederazione - «Senza un aumento delle risorse finanziarie per sostenere l’impegno crescente dei cantoni e delle organizzazioni specializzate - scrive la piattaforma svizzera contro la tratta degli esseri umani - la lotta rischia di perdere efficacia a lungo termine». Inoltre, senza un coordinamento stretto tra le azioni locali, cantonali e il livello federale, in particolare per quanto riguarda «il rilascio dei permessi di soggiorno e le misure d’integrazione per le vittime», gli sforzi intrapresi «resteranno frammentari e insufficienti».

Piattaforma svizzera contro la tratta di esseri umani

Il permesso di soggiorno negato - Ad esempio, accade che le persone vittime di tratta si vedano negare il permesso di soggiorno dalle autorità federali «nonostante il parere favorevole delle autorità cantonali o malgrado il sostegno finanziario assicurato per molti anni dal cantone al processo d’integrazione delle vittime».

La precarietà dei percorsi migratori - Tra le 201 nuove vittime di tratta identificate, il 10,4% si trovava in una procedura d’asilo. Le altre persone erano prive di documenti o soggette alla Legge sugli stranieri e l’integrazione (LEI). L’esperienza delle organizzazioni membri della Piattaforma contro la Tratta «dimostra che la precarietà dei percorsi migratori espone le persone coinvolte a un alto rischio di sfruttamento».

Critiche al patto europeo sull’asilo - Da qui le critiche agli adeguamenti della Svizzera al Patto europeo sull’asilo e la raccomandazione alla Confederazione di «fare uso della clausola di sovranità per trattare le domande d’asilo, in particolare per le persone in condizione di particolare vulnerabilità, come le vittime di tratta».

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