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Boom di bambini con problemi motori, emotivi e comportamentali

Esplodono le richieste per la terapia della psicomotricità.
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Fonte TagesAnzeiger
Boom di bambini con problemi motori, emotivi e comportamentali
Esplodono le richieste per la terapia della psicomotricità.

ZURIGO - In tutta la Svizzera, mai come ora, i bambini stanno mostrando problemi di sviluppo dal punto di vista motorio. Si registra contemporaneamente un'impennata di richieste per terapie specialistiche. Insomma, la psicomotricità sta vivendo un vero e proprio boom, come riferisce oggi il TagesAnzeiger.

Sempre più bambini vengono indirizzati a questa forma di terapia, considerata non solo una risposta efficace a disturbi motori, ma anche emotivi e comportamentali. Le liste d’attesa si allungano, le scuole ampliano l’offerta e le famiglie si informano su un ambito ancora poco conosciuto dal grande pubblico.

È il caso di Sven, un bambino di cinque anni di Zurigo. Apparentemente del tutto nella norma, Sven mostra però difficoltà evidenti quando si tratta di movimento fisico: non sa andare in bicicletta, ha paura di arrampicarsi, evita situazioni che richiedono coordinazione o equilibrio.

A differenza della sorellina più piccola, temeraria e vivace, Sven preferisce restare al sicuro. La sua maestra dell’asilo ha suggerito ai genitori di provare con la psicomotricità. Senza esitazioni, hanno accettato. Ora Sven partecipa ogni settimana a una seduta in cui gioca, si arrampica, costruisce e sperimenta il movimento in modo positivo. Racconta sempre con entusiasmo ciò che ha fatto, e la terapia sembra aiutarlo davvero.

Circa un bambino per classe ha problemi di questo tipo - Dietro casi come quello di Sven si nasconde una tendenza più ampia. Il bisogno di psicomotricità è in crescita costante. Il Verband Psychomotorik Schweiz stima che tra il 3 e il 5% degli scolari ne avrebbe bisogno (circa un bambino per classe).

Tuttavia, la domanda supera abbondantemente l’offerta. I dati raccolti nei vari cantoni confermano un aumento significativo: ad esempio, nel Canton Argovia le ore annue di terapia disponibili sono passate da 20'740 a 22'123 in cinque anni, ma si prevede un ulteriore incremento del 20% entro il 2026. A Zurigo, il numero dei bambini in terapia è cresciuto da 971 nel 2013 a oltre 1500 nel 2023.

A Winterthur, l’aumento annuo è di circa il 15%. Anche nel Canton Berna si registra un’espansione del servizio, mentre l’aumento è più contenuto nei Cantoni di Lucerna e Friburgo.

Non solo problemi motori - Ma cos’è esattamente la psicomotricità? A differenza della logopedia o della pedagogia curativa, il concetto non è immediato. Secondo Judith Sägesser, docente alla Pädagogische Hochschule di Berna e presidente del settore, la psicomotricità studia le relazioni tra percezione, emozione, pensiero, movimento e comportamento. È destinata a bambini che, a causa di problemi sensomotori o socio-emotivi, incontrano difficoltà a scuola o nella vita quotidiana. Può trattarsi di bambini impacciati, iperattivi, timidi, con scarsa autostima, difficoltà a socializzare o a gestire la rabbia. Anche una grafia illeggibile o l’incapacità di disegnare linee dritte possono essere sintomi rilevanti.

Una società troppo esigente - Secondo Peter Lienhard, esperto in pedagogia speciale, la psicomotricità rappresenta un vero "megatrend", al pari della logopedia. Le ragioni sono principalmente due. Da un lato, i bambini arrivano a scuola con sempre meno competenze motorie e linguistiche di base, in parte perché trascorrono troppo tempo in ambienti chiusi e digitali. Dall’altro, genitori e insegnanti tollerano sempre meno le imperfezioni: si fatica ad accettare che un bambino sia semplicemente più lento o meno preciso.

Questo può portare a un uso eccessivo della terapia, con il rischio che chi ne ha davvero bisogno resti escluso. Lienhard suggerisce una selezione più rigorosa basata sulla reale urgenza dei casi, evitando che la psicomotricità diventi una risposta automatica a qualsiasi lieve difficoltà.

Anche in ambito politico emergono dubbi. Il consigliere nazionale Udc Benjamin Fischer si chiede se non sia la stessa offerta terapeutica a generare la domanda, e sottolinea i costi elevati, tra 180 e 220 franchi a seduta. A suo avviso, la scuola dovrebbe essere in grado di gestire i piccoli deficit senza ricorrere sempre alla terapia. Tuttavia, ammette anche che gli insegnanti sono già al limite delle loro forze.

La psicomotricità si trova quindi in una posizione ambigua. Da un lato, offre benefici tangibili a molti bambini, dall’altro, resta una disciplina ancora poco compresa, talvolta sottovalutata anche dalle direzioni scolastiche.

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