Gli svizzeri vogliono campare almeno fino ai 93 anni

Se si vuole restare giovani, però, bisogna mettere mano al portafogli. Il rovescio della medaglia parla di aumento dei costi per la sanità
BERNA - Vivere a lungo, vivere bene. E arrivare fino a 93 anni. È questo il desiderio della maggior parte degli, almeno secondo quanto emerge da un sondaggio condotto da Deloitte. Tra le domande, veniva chiesto ai partecipanti fino a che età volessero vivere. La risposta ha lasciato di stucco persino gli esperti.
«Non ci aspettavamo una media così alta - ammette Marcel Thom, responsabile dello studio -.I partecipanti indicano come età ideale ben 93 anni, mentre oggi la media reale è di 84».
La longevità? Un obiettivo concreto, nonché un investimento - Quello che un tempo era un sogno, oggi inizia dunque a sembrare un traguardo raggiungibile. E non solo grazie ai progressi della medicina. Oggi in Svizzera nascono cliniche specializzate in healthy aging, benessere cellulare, terapie innovative e trattamenti anti invecchiamento. Crioterapia, ossigenoterapia, terapie del calore: tutto ciò che promette di rallentare il tempo sta diventando parte della quotidianità. E molti svizzeri sono pronti a metter mano al portafoglio per guadagnare anni di vita.
Secondo lo studio, infatti, il 20% pagherebbe fino a 300 franchi in più ogni anno. Il 10% arriverebbe a 500 franchi, un altro 10% andrebbe oltre i 500 franchi. Ma la maggior parte, investirebbe al massimo 150 franchi. «La disponibilità a pagare aumenterà, ne siamo certi», prevede Thom. Anche perché «la metà degli intervistati è convinta di poter davvero raggiungere l’età desiderata».
Chi pagherà il conto della longevità? - Con l’aumento della domanda per trattamenti che promettono una vita più lunga, anche le casse malati potrebbero essere chiamate a contribuire. Il rovescio della medaglia? Premi sempre più alti. Tuttavia, lo studio mostra che un numero crescente di cittadini corre ogni autunno ai ripari, comparando offerte e cambiando assicurazione di base. Con una percentuale che nel 2025 ha raggiunto il 12%, superando per il terzo anno consecutivo la media storica. L'aumento dei premi è proprio la ragione retrostante i cambiamenti.


