CNM per l'edilizia: è sindacati contro SSIC

La battaglia è iniziata. Le posizioni si presentano distanti
BERNA - Si è aperta ufficialmente la prima tornata di negoziati per il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM) del settore dell’edilizia principale, che regola le condizioni di oltre 80mila lavoratori in Svizzera. Al tavolo delle trattative si sono seduti da una parte la Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC), dall’altra i sindacati Unia e Syna. Ma le posizioni, fin da subito, si presentano distanti.
Un CNM più flessibile, moderno e snello - La SSIC, dal canto suo, ha ribadito il suo impegno per un CNM efficace e di obbligatorietà generale, ma orientato alla semplificazione. I costruttori vogliono meno burocrazia e più libertà organizzativa per le imprese, proponendo un modello retributivo basato sui risultati individuali e criteri come formazione, esperienza e responsabilità. L’obiettivo è mantenere gli alti standard salariali del settore – oggi i più elevati d’Europa – e migliorare la competitività.
Altro punto centrale è la flessibilità dell’orario di lavoro: gli impresari non vogliono toccare il tetto annuo di 2112 ore, ma propongono una gestione settimanale più libera, con possibilità di accumulare ore in una banca del tempo da usare per formazione, viaggi o assistenza familiare. Infine, ribadiscono la “tolleranza zero” contro il lavoro nero e il dumping salariale, chiedendo regole più chiare e realmente applicabili.
«Basta giornate infinite e viaggi non pagati» - Di tutt’altro tono il comunicato congiunto dei sindacati Unia e Syna, che denunciano una situazione ormai critica per la manodopera. Un muratore su due lascia la professione, e secondo le previsioni, entro 15 anni mancherà un terzo del personale necessario. Le ragioni? Giornate massacranti, tempi di viaggio spesso non retribuiti, pressione costante e condizioni di sicurezza preoccupanti: ogni anno un edile su sei subisce un infortunio, con un rischio 40 volte superiore rispetto a un impiegato di banca.
I sindacati chiedono quindi giornate lavorative più brevi, limitate a 8 ore; una pausa mattutina retribuita; la piena retribuzione del tempo di viaggio, fin dal primo minuto
Le richieste della SSIC – denunciano Unia e Syna – vanno nella direzione opposta: settimane di 50 ore senza indennità, sabato lavorativo sottopagato, fino a 250 ore di straordinario con meno compensi, e addirittura la soppressione dei minimi salariali per lavoratori esperti.
«Chi costruisce case e infrastrutture merita rispetto, non condizioni peggiorative», afferma Nico Lutz (Unia), mentre Guido Schluep (Syna) avverte: «Se gli impresari non cambiano rotta, ci sarà mobilitazione».
Toni caldi - Il confronto è appena iniziato, ma i toni già si alzano. Da un lato si spinge per modernizzare e rendere più efficiente il settore; dall’altro si difendono diritti conquistati in decenni di battaglie. Se le distanze non si colmeranno, l’edilizia svizzera potrebbe affrontare nei prossimi mesi un periodo di forte tensione sociale.