Un tuffo proibito agli stranieri: «Misura problematica e fastidiosa»

Il divieto di balneazione della piscina di Porrentruy, per chi non risiede in Svizzera, non piace alle autorità cantonali e federali.
PORRENTRUY - Un tuffo permesso solo a chi ha il passaporto svizzero. Il nuovo divieto deciso dalle autorità comunali di Porrentruy (Giura) per l'accesso alla piscina pubblica continua a far discutere.
La ragione della nuova misura? Il comune, confrontato con problemi di capacità e inciviltà dovuti alla grande affluenza di questi ultimi giorni, vuole garantire la sicurezza degli utenti all'interno e intorno alla struttura.
Dall'inizio della stagione, più di venti persone hanno dovuto essere escluse e bandite dalla piscina comunale a causa di comportamenti inappropriati, inciviltà e mancato rispetto delle regole. Questa constatazione ha spinto le autorità locali a reagire. A essere presi di mira sarebbero soprattutto i frequentatori francesi.
Un divieto, come detto, che ha suscitato un polverone oltreconfine tanto da scomodare anche la Commissione federale contro il razzismo (CFR). «Un divieto generalizzato di balneazione per gli stranieri oltre a essere problematico risulta pure fastidioso», ha spiegato la Commissione al Blick. «Il Comune deve valutare se il divieto generalizzato sia davvero proporzionato e se non si possano adottare misure meno drastiche, come ad esempio divieti individuali di balneazione per le persone che ripetutamente non rispettano le regole».
Oltre alle autorità federali, le critiche sono giunte anche da quelle cantonali. «Svolgeremo nei prossimi giorni alcuni incontri con il Municipio di Porrentruy», ha annunciato un portavoce del governo del Giura. Il Cantone si aspetta che il Comune sospenda il divieto di balneazione «il prima possibile, non appena la situazione lo consentirà, e non solo il 31 agosto».
Oltre alla bacchettata, il cantone si è detto disposto a trovare una soluzione a medio termine. Il governo parla di «danno d'immagine», ma allo stesso tempo difende il Comune dalle critiche: «Non vediamo un'alternativa a breve termine che renda giustizia alla realtà sul territorio e alle risorse disponibili. Speriamo che la situazione migliori presto, anche grazie alla fine dell'ondata di caldo».
Secondo quanto anticipato dal Blick, l'ambasciata francese a Berna starebbe valutando come intervenire contro il divieto delle piscine. Interpellati dal quotidiano d'oltralpe, però, sia il Dipartimento degli Affari Esteri che l'ambasciata svizzera a Parigi non hanno per il momento ricevuto nessun reclamo.