Lanciato un appello per una neutralità attiva

«Più aumentano la frammentazione e la sfiducia, più aumenta la richiesta di zone neutrali, trasparenti e sicure, sia fisiche che digitali».
GINEVRA - Diversi attori hanno lanciato un appello mondiale per la neutralità attiva a Ginevra, in un momento in cui le grandi potenze stanno irrigidendo la loro posizione, e la città è in competizione con Vienna per attirare un congresso internazionale su questo tema nel 2026.
Al termine di una riunione di due giorni che ha richiamato 90 esperti della diplomazia, di diritto internazionale e digitalizzazione provenienti da 27 Paesi a Troinex (GE) e online, oggi sono stati approvati una dichiarazione pubblica e un piano. Entro la fine del 2026, l'obiettivo è quello di lanciare una Rete internazionale sulla neutralità che osserverà le pratiche dei vari attori.
Entro il 2030 si auspica una dichiarazione delle Nazioni Unite sulla neutralità attiva nell'ecosistema digitale, cui seguirà a lungo termine un accordo internazionale vincolante per la neutralità nell'era digitale.
Gli scontri tra grandi potenze provocano sempre più tensioni e la dichiarazione pubblica avverte di una "necessità urgente", sottolineando che la neutralità non significa "indifferenza".
Di fronte a questa situazione, «pensiamo che Ginevra e gli spazi neutrali in generale svolgano un ruolo essenziale per favorire il dialogo, la ricerca della verità e la difesa dell'interesse generale», ha dichiarato a Keystone-ATS Nicolas Ramseier, presidente del Centro di Ginevra per la neutralità.
Occorre interrogarsi «sulla nostra neutralità svizzera, detta attiva, e, più ampiamente sul ruolo che altri Stati neutrali possono svolgere», ha aggiunto, sottolineando che «più aumentano la frammentazione e la sfiducia, più aumenta la richiesta di zone neutrali, trasparenti e sicure, sia fisiche che digitali».
Ma è sempre più difficile far accettare «una posizione neutrale», ammette Ramseier, il cui centro è stato fondato proprio in questo periodo di «critiche, incomprensioni e reinterpretazioni», in particolare nei confronti della Svizzera. Dobbiamo ripensare la neutralità, «come una posizione proattiva e strutturata», e adattarla alle sfide tecnologiche del XXI secolo, afferma.
Dopo Bogotà, lo scorso anno, il Congresso internazionale sulla neutralità potrebbe essere organizzato a Ginevra nel giugno 2026, con la partecipazione di centinaia di dirigenti, accademici e membri della società civile.