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CANICOLA

Una canicola lunga tutta l'estate? Per gli esperti è quello che ci aspetta

Rovente e a rischio di record la cald(issim)a stagione che stiamo vivendo per alcuni potrebbe essere l'anteprima di quello che ci aspetta nei prossimi anni.
IMAGO / Photo News
Fonte 24heures
Una canicola lunga tutta l'estate? Per gli esperti è quello che ci aspetta
Rovente e a rischio di record la cald(issim)a stagione che stiamo vivendo per alcuni potrebbe essere l'anteprima di quello che ci aspetta nei prossimi anni.

LOSANNA - Un attimo di respiro a ridosso del weekend per una manciata di giorni ma da metà luglio fino alla fine di agosto potrebbero esserci ancora caldo torrido, umidità e canicola.

È quanto sostengono le stime di MeteoSvizzera che parlano «di un'estate con temperature al di sopra della norma» che continuerà anche dopo questo giugno da record. Come ribadito al portale 24heures, «c'è il 90% di probabilità che questa possa essere la quinta estate più calda dall'inizio delle misurazioni e il 15% che sia la più calda di sempre».

Per i prossimi anni, l'inversione di tendenza è verosimilmente esclusa: «No, non con i dati in nostro possesso oggi, le temperature medie continueranno a salire. Da qui al 2060 possiamo aspettarci massime anche di 5,5 gradi in più rispetto all'attuale norma», commenta l'ex professoressa dell'UNINE e ricercatrice presso l'Istituto di ricerca federale WSL Martine Rebez.

Come trovare però una tendenza in due estati: quella del 2024, fredda e piovosa a livello catastrofico, e questa nella morsa della calura? «Gli scenari possibili sono questi, o l'uno o l'altro o... entrambi contemporaneamente», conferma Rebez che - come altri climatologi - critica apertamente l'immobilità della politica.

Una consolazione, in questo scenario da sudori... caldi, arriva dal fatto che in futuro in Svizzera saremo comunque messi meglio che ad altre latitudini. Come è ben chiaro in questi giorni con Paesi come Spagna, Portogallo, Italia e Francia in balia dei 40 gradi Celsius. Per non parlare poi delle località extra-europee.

Questo però non significa affatto meno sofferenze: «Non siamo abituati a queste ondate di calore, a differenza per esempio di spagnoli o portoghesi», conclude la ricercatrice che segnala altre criticità, in questo caso, di tipo sociale: come le nostre infrastrutture (soprattutto quelle industriali) inadatte a fronteggiare le alte temperature, così come l'organizzazione del lavoro che (a parte alcune recenti eccezioni) non tiene conto degli orari in cui il sole “morde” di più.


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