Quell'accordo è da ritirare

La presa di posizione del sindacato in relazione all'intesa a SSR e l'associazione degli editori di lingua tedesca Schweizer Medien (VSM)
BERNA - Il sindacato svizzero dei media SSM chiede l'immediato ritiro del recente accordo di cooperazione tra la Società svizzera di radiotelevisione (SSR) e l'associazione degli editori di lingua tedesca Schweizer Medien (VSM). Il sindacato critica il fatto di non essere stato coinvolto nelle trattative.
L'accordo annunciato quindici giorni fa comporta notevoli concessioni da parte della SSR. I vantaggi per le aziende mediatiche private primeggiano e le conseguenze per il personale vengono passate sotto silenzio, afferma l'SSM in un comunicato.
Per il sindacato non si tratta di una vera collaborazione: i servizi concordati sono forniti esclusivamente dalla SSR al settore privato, una strada a senso unico che solleva più domande che risposte. In cambio la VSM assicura il sostegno al rifiuto dell'iniziativa per ridurre il canone radiotelevisivo a 200 franchi. Ma anche in questo caso le cose non sono chiare.
Di propria iniziativa e senza alcuna pressione politica o sociale, la SSR ha ceduto alle richieste degli editori che erano sul tavolo da anni, continua il sindacato. Il tutto con il pretesto di rafforzare la diversità dei media. In realtà, però, c'è il rischio che i media del servizio pubblico vengano nuovamente indeboliti in modo massiccio, e questo è estremamente problematico dal punto di vista democratico.
L'accordo raggiunto a metà maggio prevede i seguenti punti: sul web la SSR si concentrerà sulle sua attività fondamentali, cioè radio e televisione. I testi saranno limitati a 2400 caratteri. Inoltre, fornirà collegamenti ipertestuali ai contenuti dei media privati per aumentare il traffico verso i loro siti.