Le vendite di Bibbie sono in aumento, ma le chiese restano vuote


Più Bibbie nel carrello e Gesù nel feed di TikTok: è merito della Gen Z?
Più Bibbie nel carrello e Gesù nel feed di TikTok: è merito della Gen Z?
ZURIGO - Negli ultimi tempi, la domanda di Bibbie in Svizzera ha registrato una crescita significativa. La Società Biblica Svizzera ha riportato la vendita di circa 9.400 copie nel 2024, con un incremento di quasi 2.000 unità rispetto all’anno precedente. Anche Ex Libris conferma una “crescita a una cifra nella fascia media” durante lo stesso periodo. Ma a cosa si deve questo rinnovato interesse? Potrebbe essere la Generazione Z a trainare questo fenomeno?
Un risveglio silenzioso come in Gran Bretagna? - Nel Regno Unito, i dati parlano chiaro: uno studio recente della British Bible Society rivela che i giovani sotto i 25 anni mostrano una crescente apertura verso i contenuti cristiani, rispetto a qualche anno fa. Si parla già di un Quiet Revival, un risveglio silenzioso della fede. Tendenze simili si notano anche in Francia, dove – secondo Raphael Grunder della Società Biblica Svizzera – si osserva un numero crescente di battesimi tra i giovani.
E in Svizzera? - Secondo Eva Baumann-Neuhaus, esperta di studi religiosi, in Svizzera non ci sono (ancora) basi scientifiche per collegare direttamente l’aumento delle vendite di Bibbie alle nuove generazioni. «Attualmente si tratta solo di ipotesi e valutazioni di plausibilità fondate su studi di tendenza», precisa.
La spiritualità della Gen Z: un mondo a parte dalla religione istituzionale - Dalle ricerche emerge che molti giovani si definiscono “spirituali”, pur non identificandosi con una religione specifica. La propensione verso il trascendente – ovvero la fede in qualcosa di più grande o soprannaturale – rimane elevata. Tuttavia, come sottolinea Baumann-Neuhaus, «essere spirituali non significa necessariamente essere religiosi». Molti desiderano vivere la propria fede in modo autonomo, senza legami con le istituzioni ecclesiastiche tradizionali – un segnale che la Chiesa, forse, fatica ancora a cogliere.
Eva Baumann-Neuhaus, studiosa di studi religiosi ed etnologa, è responsabile di progetti di ricerca presso l'Istituto svizzero di sociologia pastorale di San Gallo. Svolge attività di ricerca, pubblicazione e insegnamento su cambiamenti religiosi, religione e biografia, religione e migrazione, religione e tradizione e comunità religiose interculturali.
Le Chiese storiche svizzere restano ai margini del risveglio spirituale - Nonostante i segnali di un rinnovato interesse per la spiritualità, le Chiese nazionali svizzere sembrano beneficiare poco di questo sviluppo. Al contrario, i tassi di abbandono della Chiesa restano alti, così come la distanza religiosa di molti membri. «Anzi, le critiche verso le istituzioni ecclesiastiche sono persino aumentate», osserva l’esperta. A trarne vantaggio potrebbero essere, invece, le cosiddette chiese di culto o chiese libere, realtà religiose indipendenti che parlano un linguaggio più vicino ai giovani e adottano contenuti pensati appositamente per le nuove generazioni.
La digitalizzazione al servizio della fede - Secondo Eva Baumann-Neuhaus, il rinnovato interesse verso la Bibbia è frutto di molteplici fattori. Uno di questi è la maggiore accessibilità dei contenuti religiosi grazie alla digitalizzazione: «Oggi è molto più semplice promuovere e diffondere la Bibbia, anche tramite i social media», spiega. Giovani in cerca di spiritualità o significato finiscono facilmente per imbattersi nei cosiddetti Christfluencer, influencer cristiani che introducono i propri follower alla lettura della Bibbia.
Anche le app bibliche, i momenti di devozione su YouTube, o le serie come The Chosen su Netflix contribuiscono a portare la narrazione cristiana in un formato moderno, accessibile e coinvolgente. «Senza dimenticare le numerose edizioni speciali pensate per target specifici – dalla Bibbia a fumetti a quelle in linguaggio semplificato – che facilitano l’avvicinamento soprattutto dei più giovani», aggiunge l’esperta. Un altro segnale interessante è il cambiamento del tono mediatico: «Si torna a parlare di religione, e persino di cristianesimo, con maggiore positività. Lo si è visto, ad esempio, in occasione della morte di Papa Francesco», nota Baumann-Neuhaus.
Genitori secolarizzati, figli curiosi - C’è infine un aspetto generazionale da considerare: molti genitori della Generazione Z si sono allontanati dalla religione e hanno evitato di trasmettere ai figli un’educazione religiosa tradizionale. «Paradossalmente, proprio questa assenza di imposizione potrebbe aver generato nei giovani un approccio più libero, genuino e persino curioso nei confronti della spiritualità», suggerisce Baumann-Neuhaus.
La fede come rifugio nei tempi incerti - Il crescente interesse verso la Bibbia potrebbe essere anche una risposta ai tempi difficili. «Non c’è nulla di sorprendente nel fatto che le persone, giovani compresi, si rivolgano sempre più alla religione. È spesso nei momenti di crisi – tra cambiamenti climatici, guerre e pandemie – che emerge il bisogno di stabilità e orientamento», afferma la studiosa. Le religioni, in fondo, esistono proprio per dare senso all’incertezza.
La Bibbia, in questo senso, può offrire nuove prospettive. «Ma, come accade per molti strumenti potenti, può anche essere fraintesa o utilizzata in modo distorto per giustificare ideologie politiche, visioni estremiste o radicalismi religiosi», conclude Baumann-Neuhaus.